Napolitano a Reggio Emilia per inaugurare i festeggiamenti dei 150 anni dell'unità d'Italia
Entra nel nostro Canale Telegram!
Ricevi tutte le notizie in tempo reale direttamente sul tuo smartphone!
REGGIO EMILIA, 7 GENNAIO - "Nel 2010 abbiamo ricordato la spedizione dei Mille e altri avvenimenti del 1860, adesso dobbiamo ricordare come nacque l'Italia unita e dobbiamo farlo certamente senza indulgere a una visione acritica del Risorgimento”, queste le dichiarazioni del Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, in occasione dell’apertura delle celebrazioni per il 150esimo dell'unità d'Italia.[MORE]
Il capo dello Stato a Reggio Emilia, in presenza del sottosegretario alla presidenza del Consiglio Gianni Letta e i sindaci di Torino, Firenze e Roma: Sergio Chiamparino, Matteo Renzi e Gianni Alemanno, città che sono state capitali d'Italia, con l'alzabandiera in piazza Prampolini ha aperto ufficialmente i festeggiamenti per i 150 anni dell’unità d’Italia.
Uno dei momenti più sentiti del suo discorso al Teatro Valli è stato quello dedicato ai principi e i valori della bandiera e della Costituzione.
“Tutti, ma ancor di più chi ha responsabilità di rappresentanza e di governo deve rispettare il Tricolore che è un simbolo unitario indicato nella Costituzione”, ha aggiunto Napoletano. “Non fu per caso che venne collocato all'articolo 12 il riferimento al tricolore italiano come bandiera della repubblica. Riferimento sobrio, essenziale, ma imprescindibile. I costituenti vollero farne, con quella collocazione nella Carta, una scelta non solo simbolica di principio. E dato che nessun gruppo politico ha mai chiesto che vengano sottoposti a revisione quei ‘Principi’ fondamentali della nostra costituzione ciò dovrebbe significare che per tutti è pacifico l'obbligo di rispettarli. Comportamenti dissonanti con particolare riferimento all'articolo sulla bandiera tricolore, non corrispondono alla fisionomia e ai doveri di forze che abbiano ruoli di rappresentanza e di governo”. Un passaggio questo che sembra essere un vero e proprio monito alla Lega di Umberto Bossi.
In un delicato contesto europeo e in un arduo confronto “internazionale”, la premessa per affrontarle positivamente è fare leva sulla unità nazionale e respingere "impulsi disgregativi”, sottolinea il capo dello Stato. ”Ritrarsi dall'impegno a celebrare il 150/esimo anniversario della Unità d'Italia non giova a nessuno. Non giova a rendere più persuasive, potendo invece solo indebolirle, le legittime istanze di riforma federalistica e di generale rinnovamento dello Stato democratico". Alle parole del Presidente della Repubblica non si è fatta attendere la replica di Luca Zaia, Presidente della Regione Veneto. "La miglior risposta che il Parlamento può dare alle celebrazioni per i 150 anni dell'unità d'Italia è approvare il federalismo. Il federalismo è un movimento centrifugo, non centripeto, unisce se si fa. E poi la riforma era già nelle intenzioni dei padri costituenti nel 1948, ma non è mai stata attuata. Il federalismo non è più una scelta, ma una necessità, come ha detto lo stesso Napolitano, dunque è il tempo che la necessità diventi realtà".