Cronaca
Napoli, l'Unione Europea avvia contro l'Italia procedura d'infrazione sui rifiuti
CROTONE 30 SETTEMBRE 2011 - Napoli, l’Unione Europea avvia contro l’Italia procedura d’infrazione sui rifiuti.
La commissione Ambiente ha inviato all'Italia una notifica formale con l'obbligo di rispettare una sentenza della Corte Ue di Giustizia del 2010 e di regolare “immediatamente” la gestione dei rifiuti di Napoli.[MORE]
E' "l'ultimo avvertimento", avverte l’ Ue, prima che Bruxelles si rivolga nuovamente alla Corte Ue chiedendo che sia imposta una multa all'Italia. La notifica riguarda Napoli ma ci domandiamo perché solo per Napoli quando è tutto il Sud stretto nella morsa politico affaristica che costringe i cittadini a vivere nella perenne emergenza, artatamente creata dai nostri vampiri politici collusi con gli imprenditori del settore rifiuti?
E’ presto spiegato, perché da Bruxelles hanno visto in televisione le montagne di spazzatura di Napoli, oltre a sapere delle “storiche” 6 milioni di tonnellate di vecchie balle ancora depositate in discariche “temporanee” in attesa di un definitivo smaltimento o recupero.
Invece l’emergenza del sistema rifiuti di tutto il Sud evoca scenari meno tristi rispetto a Napoli per la maggiore attenzione dei media sulla “città più bella del mondo”, ma è tutto il Sud una bomba essendo stato concepito non come sistema di servizi per risolvere ma per far soldi, come macchinazione in danno dei cittadini, non anche come struttura che dia una mano a recuperare il senso di responsabilità civica ormai pressoché scomparso (la differenziata impone un esercizio di senso di cittadinanza) ma come rendita mostruosamente parassitaria che distrugge l’ambiente e restituisce tariffe con aumenti record di anno in anno. Mentre con la differenziata molti comuni sono riusciti a diminuire, anche consistentemente, le bollette.
Vi siete mai chiesti perché al Sud non si parli quasi mai di differenziata e soprattutto non la si realizzi, tranne rarissimi casi in cui si ha la fortuna di incappare in sindaci onesti? La risposta é tutta in pochissimi numeri, i COSTI DI CONFERIMENTO DEI RIFIUTI PER TONNELLATA: € 250,00 ad inceneritore, € 130,00 in discarica, € 50,00 per la differenziata. Maggiori i costi per i cittadini più poveri d’Europa, maggiori i guadagni per quel mostro in cui è stata trasformata la politica.
La prova del nove? In Calabria il sistema dei rifiuti si “regge” su due discariche, prossime all’esaurimento, in cui conferiscono quasi tutti i comuni calabresi ma la Regione anziché adoperarsi per la realizzazione della differenziata, che come vediamo ha costi notevolmente inferiori, sta “lavorando” per risolvere il problema, ovvero prolungare l’affare a danno dei cittadini, con i costi più alti possibili per mezzo di altre discariche ed altri inceneritori e naturalmente con la prosecuzione dell’emergenza rifiuti dal 1997.
Le genti del Sud hanno avuto troppa pazienza nel sopportare questi comitati di affari che si sono impadroniti di Comuni, Regioni, Province, riempiti di vampiri fino ad escludere completamente cittadini ed associazioni desiderosi di contribuire al bene comune, le istituzioni hanno strategicamente tenuto fuori, meglio, cacciato fuori dalla partecipazione la gente per gestire con comodità gli affari, i panni sporchi si lavano in famiglia e le sanguisughe i panni li lavano con il nostro sangue.
Per il Commissario europeo all’Ambiente, Stavros Dimas, "L'Italia ha violato le regole concepite dall'Europa per proteggere l'ambiente e la salute umana dai potenziali effetti negativi dei rifiuti", "Per proteggere la salute dei cittadini e l'ambiente in Italia, le Autorità devono porre in essere una effettiva politica dei rifiuti per il futuro e farla rispettare adeguatamente".
Era il dicembre 2005 quando nuove procedure d'infrazione Ue venivano avviate contro la gestione italiana dei rifiuti e ripetute sentenze di condanna dei Giudici di Lussemburgo evidenziavano che si tratta di irregolarità ormai quasi "stantie", tanto è il tempo passato.
Natale Cuzzola