Politica

Napoli, De Magistris: "attacco su Salvini ingiusto e disonesto"

NAPOLI, 13 MARZO - Un “attacco ingiusto, che fa male”, una “operazione disonesta e intellettualmente deprecabile”. Così il sindaco di Napoli, Luigi De Magistris, ha definito la questione che lega a stretto filo gli scontri avvenuti in città nella giornata di sabato 11 marzo e il comizio fissato per lo stesso giorno a Napoli da Matteo Salvini. [MORE]

“Abbiamo fatto tutto il possibile per evitare quello che è accaduto, questa storiella inizia un po' a puzzare”, ha continuato De Magistris, che ha poi aggiunto: “Perchè scaricare tutto sulla città, su sindaco e manifestanti? Riduciamo tutto a quello che è stato, una pagina triste”. Nelle parole del sindaco napoletano si legge il tentativo di discolparsi da quanto avvenuto per alcune vie della città, messe a ferro e fuoco da una frangia particolarmente accesa di manifestanti.

E allora De Magistris, tramite un post, punta il dito verso coloro i quali “stanno facendo diverse mosse per impedire all'amministrazione comunale di raggiungere obiettivi strategici nell'interesse della città”. Tra questi obiettivi spicca l'approvazione del bilancio entro fine marzo, documento delicato e che, sempre restando alle parole del sindaco, dovrà fare i conti “con poche risorse, sempre per colpa del liberismo imperante e dei padroni politici che lo praticano a Roma”. Altro punto cardine nelle mete prefissate dall'amministrazione è il rilancio delle aziende partecipate, volto ad evitare che siano privatizzate e a permettere a Napoli di diventare l'unica città con aziende tutte partecipate pubbliche. A questi temi va poi affiancata la tutela dei diritti dei lavoratori, in relazione alla quale De Magistris ammette: “Non siamo certo fra i primi per la qualità dei servizi”.

Intanto sul corteo incriminato si è espressa la moglie del sindaco, Maria Teresa Dolce, anche lei tra i manifestanti di sabato. La prima cittadina di Napoli, riferendosi ai facinorosi protagonisti della guerriglia urbana, ha infatti raccontato: “Li avevo notati, ma non facevano parte del corteo, che era composto da gente tranquilla, gente con tamburi e bimbi sul passeggino. Niente a che spartire con i violenti”. La stessa ha poi sottolineato: "Manifestare è un diritto costituzionale, eravamo tanti e pacifici. Non potevamo tacere contro il razzismo di Salvini."

Claudio Canzone

Fonte foto: radiopopolare.it