Cronaca

Napoli, condannato ex parlamentare Alfonso Papa per induzione alla concussione

NAPOLI, 22 DICEMBRE - L’ex parlamentare del Pdl Alfonso Papa è stato condannato a quattro anni e sei mesi di reclusione per induzione alla concussione. La sentenza è stata emessa dalla prima sezione del Tribunale di Napoli. L’ex parlamentare del Pdl ed ex magistrato era accusato anche per corruzione e ricettazione.[MORE]

I pm di Napoli Henry John Woodcock e Celeste Carrano avevano avanzato la richiesta di 8 anni di reclusione nei confronti dell’ex parlamentare. L’imputato è stato condannato per due episodi di concussione per induzione ed uno di istigazione alla corruzione. Prescrizione invece per rivelazione di segreto e assoluzione per altri capi di imputazione. Il Tribunale ha disposto, inoltre, l’interdizione per cinque anni dai pubblici uffici . Secondo l’accusa l’imputato avrebbe chiesto e ottenuto da imprenditori regali e somme di denaro in cambio di informazioni riservate su indagini in corso a loro carico.

Per i pm, Papa otteneva notizie riservate su inchieste in corso, usando poi tali conoscenze per avvicinare imprenditori ed estorcere loro soldi, regali e favori di vario genere, promettendo in cambio nuove notizie sulle indagini e in alcuni casi anche favori processuali. Il pubblico ministero ha anche ricordato che Papa consegnava agli imprenditori schede telefoniche riservate, con la raccomandazione di adoperare esclusivamente quelle per comunicare con lui.

L’ex deputato del Pdl, arrestato nell’estate del 2014 con l’accusa di concussione aggravata dalla finalità mafiosa, era tornato in libertà ad inizio Agosto di quell’anno. A deciderlo era stato il Tribunale del riesame di Napoli depositando il provvedimento con cui erano state accolte le richieste dei legali di Papa. “Leggeremo le motivazioni e impugneremo la sentenza” ha commentato l’avvocato Giuseppe D’Alise, che con il collega Carlo Di Casola difende Alfonso Papa, secondo il penalista nel processo non vi sono elementi per arrivare a una condanna.

(Immagine fonte Attualità)
Caterina Apicella