Napoli, arrestati baby-boss: "Qua spariamo più che in Iraq"
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NAPOLI, 17 MAGGIO – Sono stati arrestati killer del baby boss Emanuele Sibillo nella guerra di camorra iniziata a Forcella nel giugno 2015. In carcere si trovano cinque persone affiliate al clan Buonerba.[MORE]
I reati contestati a vario titolo sono quelli di omicidio, tentato omicidio, detenzione e porto illegale di arma da fuoco, tutti aggravati dall'articolo 7 della legge 203/91. Dall’indagine della polizia, condotte sia tramite accertamenti tecnici tradizionali che con dichiarazioni di collaboratori di giustizia, hanno accertato omicidi, agguati e conflitti a fuoco, nonchè da raid armati a scopo dimostrativo e intimidatorio eseguiti a bordo di moto all'interno dei vicoli del centro storico, le cosiddette "stese".
«Qua dietro, una settimana è stato Baghdad... Nemmeno in Iraq sparavano tanto quando entravano qua dietro»: si sente nelle conversazioni tra gli affiliati al clan Buonerba, legato alla cosca dei Mazzarella e nemico giurato dei Sibillo.
Sono stati così ricostruiti alcuni momenti salienti della contrapposizione armata tra l'alleanza Buonerba-Mazzarella e la cosiddetta 'paranza dei bambini', il cartello costituito dai giovani rampolli delle famiglie Sibillo, Giuliano, Amirante e Brunetti. In particolare sono stati individuati mandanti e responsabili dell'omicidio del giovane boss Emanuele Sibillo, il 2 luglio 2015, e del tentato omicidio di Mattia Campanile, Taieb D'Andrea e Antonio Napolitano del 29 giugno scorso
Maria Azzarello