Myanmar, Aung San Suu Kyi parla per la prima volta della crisi dei Rohingya
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MYANMAR, 6 SETTEMBRE - La leader birmana, Aung San Suu Kyi, ha risposto a quanti le chiedevano di interrompere il silenzio sulla tragedia che sta coinvolgendo la minoranza etnica musulmana dei Rohingya, condannando le "fake news" e la campagna di disinformazione che a suo avviso stanno alimentando la crisi che, secondo i dati dell'Onu, avrebbe già spinto oltre 125mila musulmani della minoranza Rohingya nel Bangladesh. [MORE]
L'attivista, premio Nobel per la Pace nel 1991, avrebbe affermato al presidente turco Recep Tayyip Erdogan che il Governo "ha già iniziato a difendere tutti i residenti dello stato di Rakhine nel miglior modo possibile. Sappiamo molto bene, meglio della maggior parte delle persone, ciò che significa essere privati del rispetto dei diritti umani e della protezione garantita dalla democrazia".
Secondo Suu Kyi ci sarebbero fotonotizie false, che "sono solo la cima di un enorme iceberg di disinformazione calcolato per creare molti problemi tra diverse comunità allo scopo di promuovere l'interesse dei terroristi". Dall’Onu è partito un richiamo al governo birmano: "Si deve cambiare linea politica e riconoscere nazionalità e status sociale ai Rohingya musulmani, in modo che possano ottenere una vita normale, trovare lavoro e accedere all'istruzione", ha ammonito il segretario generale Onu, Antonio Guterres. Negli scontri si stima che siano morte finora oltre 400 persone.
Giuseppe Sanzi
(fonte immagine cnbc.com)