Politica
Musei, dalla Consulta "illegittimo stop delle gare". Possibile mega risarcimento ai privati
PALERMO, 13 MARZO 2015 - La Corte Costituzionale ha dichiarato l'illegittimità di una norma riguardante gli appalti pubblici che ha causato il blocco biennale di bandi milionari, attinenti a siti culturali, già affidati.MORE]
IL FATTO
Una norma che, di fatto, avrebbe bloccato i lavori per ben due anni. Bandite nel 2010, le gare avevano ottenuto le aggiudicazioni nel 2012, si tratta di bandi con cifre astronomiche, milionarie, che avrebbero permesso la riqualificazione dei numerosi siti culturali, attualmente disastrati, in Sicilia. Al termine del 2013 il governatore Crocetta fermò le gare perchè, secondo suo parere, viziate in virtù dell'assenza di una norma anti-infiltrazione mafiosa nel settore degli appalti. Una norma approvata due anni prima dalla giunta regionale, una norma che secondo la Corte Costituzionale è, però, illegittima.
RISARCIMENTO
Proprio per questo le ditte assegnatarie sono pronte a richiedere, al governo Crocetta, il risarcimento per i danni subiti dall'errata sospensione, risarcimento che si prevede altrettanto milionario, al quale si aggiungerebbe l'eventuale danno erariale per l'esposto della Procura della Corte dei Conti che verrà proposto nei prossimi giorni, secondo quanto annunciato dall'ex assessore della giunta Lombardo, Gaetano Armao. Lo stesso Armao aveva voluto le gare e deciso di non inserire la norma adoperata da Crocetta perchè "manifestamente incostituzionale".
L'ANTEFATTO
Inserimento verso il quale Crocetta venne possibilmente spinto a causa dello scandalo "Novamusa" da lui definito "lo scandalo degli scandali" e che riguardava l'appropriazione indebita, da parte di Gaetano Mercadante, titolare dell'azienda, di somme derivate dallo "sbigliettamento", spettanti in vece alla Regione. In quell'occasione Crocetta tuonò "i privati stiano fuori dai siti culturali siciliani".
L'ILLEGITTIMITA'
Ma la Corte, su richiesta del Tar, a sua volta richiamato all'intervento da alcune "ditte sospese", in particolare la Cooperative Culture, mandataria del temporaneo raggruppamento delle imprese coinvolte, non ha apprezzato il richiamo all'articolo della legge sugli appalti, la regionale 15 del 2008, richiedente la creazione del "conto dedicato" o conto corrente unico, esclusivo per le operazioni legate all'appalto. Ha evidenziato, la Corte, che l'incostituzionalità attiene all'invasione, da parte della norma regionale, della competenza esclusiva statale, in ambito legislativo, competenza riguardante "l'ordine pubblico e la sicurezza", una norma dunque che invaderebbe di fatto la sfera legislativa attinente al contrasto alla criminalità, argomento appunto, di competenza esclusiva statale. Ma l'illegittimità si dispiega anche su un altro fronte, in quanto, fanno notare i giudici amministrativi, si manifesterebbe una sproporzione nell'automatismo della nullità del bando, una immediatezza definita irragionevole. Afferma la Corte "nel caso in esame vengono in rilievo misure specifiche di prevenzione e contrasto alla criminalità organizzata, il cui carattere fondamentale consiste proprio nella conformazione uniforme su tutto il territorio dello Stato e nella coerenza sistematica con l'intero impianto della legislazione nazionale".
"L'ATTUALE QUADRO"
Assistiamo quindi all'ennesimo guaio per l'amministrazione Crocetta che, si spera, possa fare "marcia indietro" sul provvedimento in questione, provvedimento che, con molta probabilità, comporterà l'esborso di maxi risarcimenti a favore delle imprese private, illegittimamente bloccate nel biennio. Nel frattempo, i siti culturali che avrebbero dovuto beneficiare delle attività di riqualificazione, promesse dagli appalti, continuano a giacere nell'avanzante degrado.
Fonte foto: ilsitodipalermo.it
Ilary Tiralongo