Cronaca
Muos: gli esperti nominati dal Tar dicono no all'impianto Usa
PALERMO, 1 LUGLIO 2013 - Il Muos “non s’ha da fare” o, ancora meglio, i suoi lavori non dovevano nemmeno prendere inizio. È questo il risultato finale della relazione che il prof. Marcello D’Amore, docente dell’Università “La Sapienza” di Roma, ha depositato al Tar di Palermo in merito alla pericolosità o meno del sistema satellitare militare americano in costruzione a Niscemi.[MORE]
Di recente, difatti, lo stesso tribunale amministrativo regionale siciliano ha richiesto agli esperti dell’università romana di effettuare un dettagliato studio sulle reali ripercussioni nocive che il Muos può avere sulla salute dei cittadini.
Ebbene, da quanto è possibile leggere nelle 31 pagine stilate dal prof. D’Amore, si evince che «l'indagine di conformità con finalità di approvazione per gli effetti ambientali elettromagnetici dell'installazione del sistema Muos, descritta nel rapporto finale del Nwsc (Space and Naval Warfare System Center) è priva di rigore e completezza necessari a garantire la validità dei risultati, indispensabile requisito di uno studio che riguarda un sistema complesso nel Sito di interesse comunitario Sughereta di Niscemi, in vicinanza del comune di Niscemi, classificato in zona sismica a elevata pericolosità, e di tre aeroporti» (nella fattispecie qui aeroporti in questione sono quello civile di Comiso, l’aeroporto civile di Catania, e quello militare statunitense di Sigonella).
In questo modo, peraltro, lo studio dimostra come nel 2011 la Regione Sicilia (allora governata dal presidente Lombaro) non era affatto nelle condizioni di concedere le autorizzazioni per l’esecuzione dei lavori del sistema Muos. Autorizzazioni che, dopo la revoca effettuata lo scorso marzo dall’attuale presidente della Regione Sicilia, Rosario Crocetta, sono adesso al centro della vicenda giudiziaria tra la stessa regione e il ministero della Difesa e che il Tar è chiamato per l’appunto a risolvere.
«I risultati dell’indagine – si continua a leggere nella relazione – non consentono di verificare il rispetto dei limiti di campo elettromagnetico previsti dalla legge, né forniscono indicazioni quantitative sulle possibili interferenze in apparecchiature elettromagnetiche, in strutture aeroportuali e in aeromobili».
Proprio per tali ragioni, «la verifica di conformità dell’impianto Muos – si legge ancora nel dettagliato studio – si rende necessario lo sviluppo di una nuova rigorosa procedura di simulazione del campo elettromagnetico irradiato, corredata da una piena e documentata informazione sul codice di simulazione che viene utilizzato, sull’algoritmo alla base di tale codice. In modo analogo si dovrebbero procedere nella valutazione dei possibili effetti elettromagnetici negli aeroporti interessati, in particolare quello di Comiso, e in aeromobili che attraversino il fascio elettromagnetico irradiato dai riflettori parabolici».
In conclusione, il prof. D’Amore rileva come «la non accettazione degli attuali limiti di legge per l’esposizione delle persone ai campi elettromagnetici a radifrequenza, prospettata dai periti del Comune di Niscemi e dal perito di Legambiente in quanto ritenuti non più attendibili perché obsoleti, determinerebbe un vuoto normativo e farebbe venir meno gli oggettivi riferimenti per la verifica di conformità».
Dunque, si tratta di una verifica tecnica dai contenuti di certo importanti soprattutto per il proseguo della lotta che i vari Comitati “No Muos”, l’intera cittadinanza di Niscemi, lo stesso comune nisseno, la Regione Sicilia e Legambiente Sicilia portano avanti da parecchi mesi.
E proprio il responsabile regionale Conservazione Natura di Legambiente Sicilia, Angelo Dimarca, ha dichiarato: «Le conclusioni della verifica tecnica del TAR costituiscono un risultato importantissimo che conferma le ragioni tecniche e scientifiche di quanti si sono opposti e si oppongono alla realizzazione del MUOS per riaffermare la prevalenza di diritti collettivi e costituzionalmente garantiti, dalla protezione della salute dei cittadini alla tutela della riserva naturale della Sughereta di Niscemi. E non ultimo – continua Dimarca – si riafferma il rispetto delle leggi, palesemente disattese da chi nel 2011 ha autorizzato quest’opera in maniera superficiale e senza rispettare norme tecniche e procedure. Abbiamo fatto bene ed avuto ragione a costituirci al TAR nel febbraio 2013 a sostegno del Comune di Niscemi per chiedere l’annullamento delle autorizzazioni rilasciate in precedenza dal Governo Lombardo».
Diventa a questo punto sempre più decisiva l’udienza prevista per il 9 luglio presso il Tar di Palermo, giorno in cui il tribunale amministrativo regionale, dopo diversi rinvii, dovrebbe pronunciarsi sulla sospensione della revoca dei lavori del Muos richiesta dal ministero della Difesa nel ricorso presentato contro la Regione Sicilia.
(Immagine da siciliainformazioni.com)
Giovanni Maria Elia