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MILANO, 29 MARZO 2013 - Enzo Jannacci è scomparso all'età di 77 anni. Era ricoverato da giorni alla clinica Columbus di Milano dove le sue condizioni, dovute al cancro con cui lottava da anni, erano peggiorate, finchè stasera intorno alle 20.30, se ne è andato sotto gli occhi della sua famiglia. La notizia si è diffusa per prima su Twitter.
BIOGRAFIA. Nato a Milano il 3 giugno 1935, Jannacci era un cantautore, cabarettista, attore e cardiologo. E' ricordato come uno degli antesignani del rock and roll italiano, ed insieme a Celentano, Luigi Tenco, Little Tony e Gaber, formò un sodalizio che durò per quasi quarant'anni. Da jazzista ha suonato anche con il grande Chet Baker.
Di origini pugliesi da parte di padre, dopo aver studiato al liceo classico Alessandro Manzoni conosce Giorgio Gaber. Ottiene la laurea in medicina presso l'Università di Milano e la specializzazione con l'équipe di Christiaan Barnard, con il quale lavora in Sudafrica. Eserciterà la professione di medico parallelamente a quella di cantautore. Non riscuoterà mai una parcella dai non abbienti e, addirittura, pagherà di tasca propria i farmaci ai più bisognosi.
La sua carriera artistica comincia negli anni Cinquanta, con un'eccellente formazione musicale: diploma in armonia, composizione, direzione d'orchestra e otto anni di pianoforte al Conservatorio di Milano. Nel 1956 diventa tastierista dei Rocky Mountains, la band il cui cantante è Tony Dallara, ma nello stesso anno lascia il gruppo e conosce Adriano Celentano, che gli propone di entrare come tastierista nel suo complesso, i Rock Boys. E' del 1957 la sua prima partecipazione al primo Festival Italiano di Rock and Roll con questo stesso complesso, con la canzone "Ciao ti dirò", scritta dall'allora esordiente Luigi Tenco e portata poi al successo dall'amico Gaber. Sarà proprio in coppia con quest'ultimo, nel duo "I Due Corsari", che avrà una delle esperienze che lo formeranno maggiormente.
Dopo i primi 45 giri incisi con Gaber, debutta come solista con le canzoni "L'ombrello di mio fratello" e "Il cane con i capelli", canzoni in cui Jannacci inizia quel filone di musica mista a comicità che sarà la caratteristica principale di quasi tutta la sua carriera. Nel 1963, mentre era il pianista dell'amico Sergio Endrigo, si esibisce spesso al Derby, locale milanese di cabaret, e qui conosce prima Dario Fo, e poi Cochi e Renato.
Artista poliedrico, cantautore, musicista, scrittore, eccezionale talento musicale e umano. Una produzione musicale immensa caratterizzerà tutta la carriera artistica di Jannacci, ma la canzone con la quale riscuoterà il maggior successo presso il grande pubblico è sicuramente "Vengo anch'io? No tu no", del 1968, il cui testo è stato scritto proprio in coppia con l'amico e premio Nobel Dario Fo. Nonostante l'orecchiabilità del brano, il testo affronta tematiche di grande impegno e attualità: l'emarginazione, il disadattamento, l'omologazione culturale. Fu proprio Dario Fo a voler aggiungere due strofe al testo, in riferimento ai fatti avvenuti in Congo in quegli anni: la tragedia di Marcinelle e il tradimento di Mobutu ai danni del rivoluzionario Lumumba.
"Si potrebbe andare tutti insieme nei mercenari/vengo anch'io? No tu no/giù nel Congo da Mobutu a farci arruolare/poi sparare contro i negri col mitragliatore/ogni testa danno un soldo per la civiltà./ Vengo anch'io?No tu no/Si potrebbe andare tutti in Belgio nelle miniere/vengo anch'io? No tu no/a provare che succede se scoppia il grisù/venir fuori bei cadaveri con gli ascensori/fatti su nella bandiera del tricolor".
Nella seconda metà degli anni settanta si dedicherà sopratutto all professione di medico, ma riprenderà la sua carriera nel 1979 con un nuovo disco, Fotoricordo, e con il riprendere a suonare dal vivo. Ed è proprio di quegli anni un altro grandissimo successo di Jannacci "Ci vuole orecchio", disco più venduto dopo "Vengo anch'io", ed è dell'ottantuno una sua grande tournet di successo in giro per l'Italia.
Sono numerose anche le sue collaborazioni teatrali e cinematografiche. Esordisce nel film La vita agra di Carlo Lizzani. Compare poi nell'episodio Il frigorifero (diretto da Monicelli) del film Le coppie, ne L'udienza di Marco Ferreri, in Il mondo nuovo di Ettore Scola, in Scherzo del destino in agguato come un brigante da strada, di Lina Wertmüller e in Figurine (1997) di Giovanni Robbiano. Per il cinema ha composto numerose colonne sonore: Romanzo popolare di Monicelli; Pasqualino sette bellezze, di Lina Wertmüller, per la quale ottenne una nomination all'Oscar; Sturmtruppen; Gran bollito, di Mauro Bolognini; Saxofone, di Renato Pozzetto e Piccoli equivoci, di Ricky Tognazzi. Da quel momento Jannacci torna come interprete in due pellicole: Figurine (1997) di Giovanni Robbiano e il più recente La bellezza del somaro (2010) di e con Sergio Castellitto, in cui interpreta il ruolo dell'anziano fidanzatino Armando.
Tra le sue ultime apparizioni ricorderemo quelle del 2010 e del 2011 allo show televisivo Zelig come cantante e cabarettista. Nello stesso 2011 Fabio Fazio conduce, poi, uno speciale su Enzo Jannacci in cui si è reso omaggio all'artista con l'interpretazione di molti suoi brani di successo avvenuta da parte di numerosi amici di Enzo, tra cui Dario Fo, Ornella Vanoni, Cochi e Renato, Paolo Rossi, Roberto Vecchioni, ed altri. In quell'occasione Jannacci compare nell'ultima parte del programma cantando due sue canzoni.
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(Foto dal sito laprovinciadisondrio.it, fonte Alias, supplemento settimanale de "Il Manifesto", del 15 dicembre 2012)
Katia Portovenero