Cronaca

Muore a 89 anni Armando Cossutta: il più sovietico dei comunisti italiani

 MILANO, 15 DICEMBRE 2015 – È morto nel tardo pomeriggio di ieri il comunista italiano più filosovietico di sempre, Armando Cossutta. Malato da tempo, il leader dell’estrema sinistra è morto all’età di 89 anni all’ospedale San Camillo di Roma. Cossutta per oltre 70 anni è stato protagonista della politica italiana, e per più di 30 anni, dal 1972 al 2008, fece parte del parlamento italiano.

Cossutta prese la tessera del Pci nel 1943, a soli 17 anni. Nella lunga militanza nella sinistra italiana, ha vissuto tre stagioni da protagonista: la prima, negli anni Settanta, da dirigente di primo piano del Pci, rappresentava l’anima filo-sovietica del partito. Durante questa prima fase, Cossutta, si oppose alla linea revisionista del leader di allora, Enrico Berlinguer, in una stagione nella quale l’uniformità e il centralismo democratico scoraggiavano le dissidenze.[MORE]

Proprio da queste incongruenze ha inizio la seconda stagione, nella quale Cossutta, alla fine degli anni Ottanta, organizzò, assieme all’ex socialista Lucio Libertini e a Sergio Garavini, la nascita del Movimento per la Rifondazione Comunista, che successivamente si unì a Democrazia Proletaria formando il Partito della Rifondazione Comunista, di cui fu presidente.

Alla fine degli anni Novanta, i contrasti con l’allora segretario Fausto Bertinotti, che dopo un primo appoggio al governo Prodi, aveva ritirato la fiducia, rappresentarono lo scenario in cui venne inaugurata la terza stagione e ultima in cui Cossutta fu protagonista. Opponendosi, il parlamentare filo-sovietico fondò il Partito dei Comunisti Italiani (PdCI), Oliviero Diliberto e Marco Rizzo. Per contrasti con Diliberto lasciò anche questo partito alla fine della sua carriera politica. Nel 2008 dichiarò di aver votato «da comunista» per il Partito Democratico.

(foto dal sito www.corriere.it )

Michela Franzone