Cronaca

Muore a 100 anni Erich Priebke, ex capitano delle SS

ROMA, 11 OTTOBRE 2013 - Muore a Roma, all'età di 100 anni, Erich Priebke, ex capitano delle SS e condannato all'ergastolo per l'eccidio delle Fosse Ardeatine del 24 marzo 1944, quando 335 civili e militari furono fucilati, uno degli eventi più sanguinosi dell'occupazione nazista di Roma.

Nazionasocialista dall'età di 20 anni, Priebke fu estradato in Italia nel 1995, rinchiuso nel carcere militare Forte Boccea di Romae condannato all'ergastolo nel 1998, ma, visti i suoi 85 anni, fu mandato agli arresti domiciliari. Nel 2009 ha ottenuto il permesso di lasciare la sua casa per andare a messa, in farmacia e a fare la spesa, godendo ancora di ottima salute. L'ex nazista era comunque continuamente scortato dalla polizia per proteggere la sua incolumità. Nel giorno del suo 100esimo compleanno, il 29 luglio scorso, si sono verificate tensioni e proteste sotto casa sua in zona Boccea, a Roma, con manifesti e slogan contro il responsabile della strage delle Fosse Ardeatine, tra cui uno su cui era scritto: "Quando si è assassini l'età non conta. Diciamo no alle feste di compleanno per l'assassino nazista".

Numerosi i commenti e le dichiarazioni che si stanno diffondendo, tra cui quelle del presidente Anpi (Associazione Nazionale Partigiani d'Italia) Carlo Smuraglia che afferma: Rispettiamo la persona di fronte alla morte, ma non possiamo dimenticare le vittime delle fosse Ardeatine. Erich Priebke è stato un criminale, al servizio di una dittatura sanguinaria''. Mentre il presidente Anpi Roma, Francesco Polcaro, dichiara: "È naturale che una persona di cento anni muoia e non ho altri commenti da fare. Mi auguro solo che le autorità non permettano che i funerali di questa persona si trasformino in una manifestazione di apologia del nazismo. Per i partigiani resterà sempre un feroce assassino e un nazista.

Riccardo Pacifici, presidente della Comunità ebraica di Roma, di fronte alla morte dell' aguzzino Priebke si è espresso con queste parole: "Di fronte alla morte di Priebke non si piange e non si ride perché in nessuno dei due casi le vittime potrebbero tornare indietro, in vita. Resta l'amarezza per una figura che non si è mai pentita di ciò che ha compiuto e si è sporcata le mani di sangue come tutte le truppe naziste. Ora le sue vittime sono ad attenderlo lassù in cielo, nella speranza che ci sia giustizia divina"

Valentina D'Andrea

[MORE]