Estero
Mubarak rischia la pena capitale. Processo fissato per il 3 agosto.
IL CAIRO, 2 GIUGNO – L’ex rais egiziano Hosni Mubarak e i suoi due figli Gamal e Alaa, nonché l’uomo d’affari e loro stretto alleato Hussein Salem compariranno davanti alla Corte d’Assise del Cairo il 3 agosto. L’imprenditore Hussein Salem, molto vicino alla famiglia Mubarak e accusato di essere arricchito e di avere goduto di grandi privilegi proprio per la sua vicinanza al cuore del potere egiziano, non si presenterà perché è fuggito dall'Egitto subito dopo la rivoluzione.[MORE]
I capi d’accusa sono svariati e vanno dalla corruzione, frode e altri reati finanziari fino all’omicidio plurimo premeditato riguardante la violenta repressione delle manifestazioni dell’11 febbraio scorso. Gli scontri di piazza Tahrir, che hanno condotto alla caduta del regime di Mubarak, hanno causato centinaia di morti e numerosi feriti.
La giustizia egiziana ha già condannato Mubarak a pagare una multa per i danni procurati dal taglio totale delle telecomunicazioni. 540 milioni di lire egiziane, pari a quasi 63 milioni di euro è la sanzione imposta al vecchio governo per aver completamente oscurato internet e per aver tagliato ogni collegamento telefonico durante le proteste di gennaio e febbraio. Secondo la Corte il black out delle telecomunicazioni ha provocato ingenti danni all’economia nazionale. L’Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico (OECD), che aveva fornito le stime dei danni nei giorni immediatamente successivi al blocco dei servizi di comunicazione, sostiene che l’evento ha inciso negativamente del 3-4 per cento sul PIL nazionale a causa del completo isolamento del paese, delle abitazioni private, delle aziende internazionali, scoraggiando le aziende straniere agli investimenti in Egitto, e costringendo gli attori egiziani a rassicurare i potenziali partner commerciali sulla stabilità dei network. L’economia egiziana, a parere dell’attuale ministro delle Finanze Samir Radwan, starebbe ancora risentendo di tali vicende. Di conseguenza lo Stato si riserva anche il diritto di aumentare l'importo qualora la stima dei danni dovesse crescere ulteriormente e il denaro che sarà utilizzato per pagare la multa dovrà provenire dai beni personali dell'ex presidente.
Nel frattempo i governi stranieri hanno congelato tutti i beni patrimoniale appartenenti a Mubarak e alla sua famiglia.
L’ex presidente si trova all’ospedale internazionale di Sharm el Sheik a causa di un malore durante il suo primo interrogatorio. Le sue condizioni di salute renderebbero impossibile un suo trasferimento alla prigione del Cairo nella quale, invece, sono detenuti i suoi figli. Il ministro dell’Interno Mansour el Easswi ha però assicurato che è in corso la preparazione di un ospedale della prigione per poter, quindi, trasferire l’ex rais.
Hillary Clinton ha auspicato che il processo sia “giusto” affermando: “continuiamo a sottolineare che procedure appropriate devono essere seguite per tutti i processi e in particolare per questo che sarà certamente pieno di tensione”. Parole che lasciano aperta la questione della condanna.
La pena per l’accusa di omicidio è quella capitale. Molti sostengono la pena di morte, forse per sugellare il cambiamento, forse per vendicare i “martiri di piazza Tahrir”. Comprensibile probabilmente, la richiesta di un popolo che ha lottato per difendere la libertà dopo più di trent’anni di restrizioni e ha assistito ad una pioggia di proiettili su civili che chiedevano in maniera pacifica democrazia. Ma forse il primo passo sulla strada della tanto agognata democrazia non dovrebbe essere costituito dalla sicuramente anti-democratica pena di morte.
Filomena Maria Fittipaldi