Cronaca

Mps, perquisizioni a casa di Mussari e Vigna. Gdf anche nella sede banca

SIENA, 19 FEBBRAIO 2013 - Nuova azione da parte della Procura di Siena nell’ambito del caso Mps. In corso, da parte del nucleo speciale di polizia valutaria della Guardia di Finanza, le perquisizioni a carico dell'ex presidente della Banca Monte dei Paschi Giuseppe Mussari e dell'ex direttore generale della Antonio Vigni. In particolare, le perquisizioni riguarderebbero le abitazioni private dei due. Inoltre, gli uomini delle Fiamme Gialle si sarebbero recati anche nella sede di Mps a Siena, nell'ufficio dell'ex vicedirettore generale Davide Rossi.

L’inchiesta condotta dagl’inquirenti – tra le altre cose – mira a voler fare chiarezza sui possibili intrecci tra politica e il Monte dei Paschi di Siena. A tal proposito, ascoltati ieri dai pm fiorentini Giuseppina Mione e Luca Turco e da quello senese Antonino Nastasi, - come persone informate sui fatti - Andrea Manciulli, segretario regionale del Pd toscano e Angelo Pollina, coordinatore regionale di Fli, ambedue candidati alla Camera. Gl’inquirenti, altresì, stanno cercando di stabilire la autenticità di un documento datato 12 novembre 2008, che sembrerebbe essere una sorta di patto fra l'onorevole Franco Ceccuzzi (Pd) e l'onorevole Verdini su Mps, concernente le controllate e i rapporti politici. In particolare, sul suddetto documento comparirebbero i loro nomi, ma non le rispettive firme. [MORE]

Riguardo a ciò, i chiamati in causa prendono nettamente le distanze. Ceccuzzi smentisce "categoricamente ogni tipo di accordo con Denis Verdini, mettendosi a disposizione della magistratura per ogni chiarimento, riguardo a ciò che lui ha definito "polpette avvelenate". Pollina, invece, in riferimento all’intreccio tra Mps e le nomine del Pdl negli organismi della Fondazione Mps Pollina ha puntualizzato, “Nel 2009 io proposi persone competenti, Anita Bruni Francesconi e Simone De Santi, per la deputazione amministratrice e per quella generale. Lui non lo presero proprio, ed entrò Enrico Bosi, lei la fecero dimettere e al suo posto entrò Gian Paolo Brini. Brini e Bosi sanno leggere una delibera? Hanno fatto i controlli necessari?”.

Inoltre, Pollina ha aggiunto, "Per me la politica deve indicare persone competenti per fare il bene comune e il bene personale. Con Roberto Tortoli segretario regionale avevamo i comuni di tutta la Versilia, poi con Verdini, che ha scelto come consigliere Massimo Parisi, li abbiamo persi e il partito è stato distrutto”.

Invece, per quanto riguarda l’unico arrestato fino a questo momento, Gianluca Baldassarri, il gip milanese Alfonsa Maria Ferraro ha confermato il fermo "senza se e senza ma”. Come si legge nell’ordinanza, “I vertici di Mps erano consapevoli delle operazioni in derivati che stavano portando avanti e ne hanno nascosto i contratti (quelli sottoscritti con la banca giapponese Nomura), nel corso delle ispezioni della Banca d'Italia”.

Inoltre, dagl’interrogatori effettuati, Antonio Vigni avrebbe dichiarato, “Ho custodito la lettera nella mia cassaforte perché Baldassarri mi aveva detto che era un documento delicato. Mi sono sempre fidato di lui; la ristrutturazione di Alexandria è stata seguita da Baldassarri, il quale mi ha detto che era opportuno sostituire il sottostante di quel veicolo perché legato al mercato americano, in quel periodo particolarmente a rischio”. Vigni prosegue puntualizzando che, "L'unico documento che lega la complessa operazione condotta con Nomura è la lettera di mandato. Rispetto a ciò mi assumo ogni responsabilità, nel senso che avevo compreso che quella lettera legava le operazioni e che Mps si impegnava a realizzare una piena disclosure dei termini effettivi dell'operazione... Al presidente Mussari dissi che si trattava di un'operazione utile per la banca e che era necessario fare una conference call con quelli di Nomura perché la banca giapponese voleva essere garantita che noi avessimo compreso tutti i termini dell'operazione”.

E, i merito al suddetto documento, secondo quando dichiarato da Gianni Contena, dell'area finanza Mps, ai pm, “Nel luglio 2009 Baldassarri mi consegnò una bozza del contratto tra Nomura ed Mps e mi disse: questo contratto non esiste. Per quanto tale situazione fosse ben percepita dalla Banca d'Italia, che ha eseguito frequenti e specifiche ispezioni, i manager della banca, fra i quali Baldassarri, hanno elaborato e condiviso scelte gestionali dagli esiti quanto meno incerti e i cui profili negativi erano loro ben presenti, con la conseguenza che alcune di dette operazioni risultavano non ostensibili non solo all'organo di vigilanza, ma alla stessa società di revisione”. 

Una vicenda che sta diventando sempre più intricata e che promette di riservare altri colpi di scena.

(fonte: ansa, La Repubblica)

Rosy Merola