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Moto Gp, Lorenzo conquista il Mugello
BORGO SAN LORENZO (FIRENZE), 5 LUGLIO 2011 - Il Gran Premio d’Italia di motociclismo sembrava destinato al solito copione offerto dagli sceneggiatori di uno sport che negli ultimi tempi ha gradualmente perso appeal, rischiando seriamente di strappare all’automobilismo il non invidiabile primato di competizione sportiva più noiosa del pomeriggio domenicale.
Paradosso dei paradossi, con le nuove strampalate regole Fia, la Formula 1 ha addirittura fatto riscoprire agli appassionati rimasti svegli dopo anni di noia su quattro ruote il brivido del sorpasso vero, non quello del leader per sbarazzarsi dei derelitti doppiati.[MORE]
E così improvvisamente lo spettatore si è visto costretto a mantenere gli occhi aperti anche dopo la caotica partenza delle vetture e a rimandare il meritato riposino pomeridiano.
Mentre accadeva l’impensabile in Formula 1, nel frattempo ci pensavano i centauri della Moto Gp a imbastire un nuovo, potente effetto soporifero. Non che sia colpa dei piloti, ovviamente: quelli sono più o meno gli stessi di cinque (o più) anni fa. Piuttosto, a fare la differenza sono adesso moto molto meno spericolate, con buona pace per la sicurezza e eterno riposo per lo spettacolo.
Il grande quesito di quest’anno, in particolare, appare più monotono del solito: quanti giri serviranno all’indiavolato Stoner per staccare il resto del gruppo?
Ed in effetti, anche al Mugello, dopo l’ennesima pole stagionale del pilota australiano, l’Honda 27 di Casey si era subito portata in testa per fare l’andatura, irraggiungibile per tutti i comuni mortali.
Dietro di lui, a contendersi le briciole, solo il compagno di squadra Dovizioso e le due Yamaha, in netta ripresa (come dimostra anche la brillante vittoria dell’americano Spies nell’ultimo Gp disputato, in Olanda).
Tuttavia, verso metà gara qualcosa è cambiato nella sceneggiatura della corsa: il vantaggio accumulato da Stoner sugli avversari si è andato pian piano erodendo, fino al ricongiungimento con i diretti inseguitori.
A quel punto lo spagnolo Lorenzo è stato pronto a sfruttare l’occasione, superando con discreta facilità il rivale e scappando verso il traguardo, relativamente indisturbato, mentre dietro stavolta erano le due Honda ufficiali a battagliare per i restanti posti del podio.
A spuntarla nella sfida interna è Dovizioso, mentre Stoner, in netto affanno, si accontenta del terzo gradino.
L’australiano, a fine gara, spiegherà che aveva sbagliato la pressione delle gomme, che così lo hanno abbandonato al suo destino dopo solo pochi giri dallo start.
Dunque il Gran Premio d’Italia ci restituisce, oltre a un po’ di agognato spettacolo, un Lorenzo che finalmente si ricorda di essere campione del mondo in carica e un Dovizioso sempre più convinto dei propri mezzi, tanto da continuare a fare un pensierino al Mondiale (da terzo incomodo, ma pur sempre a soli 33 punti dal leader Stoner).
E dietro? Poco altro: ancora una buona prova dell’altra Yamaha di Spies, deciso a confermare di avere completamente metabolizzato il passaggio dalla Superbike; un Simoncelli più spento del solito (e meno male, perché quando non è docile combina solo guai); e poi ci sarebbe un certo Rossi, abbonato ormai al 6 posto (o giù di lì), che continua a promettere futuri miglioramenti e a chiedere pazienza: per il bene dei sempre sobri commentatori di Italia1, in lutto costante e prolungato da inizio stagione, meglio che il Dottore si dia una mossa.
E per i veri tifosi della rossa di Borgo Panigale invece, non disperate: c’è sempre la Superbike.
Maurizio Grimaldi