Societa'
“Mostri!”, chi sono e cosa vogliono. Intervista alla scrittrice Alessandra Hropich
ROMA, 10 GENNAIO 2019 – Mostri, ma niente di sovrannaturale. Siedono accanto a noi, interagiscono con la nostra esistenza, hanno l’intento di produrre effetti devastanti nella nostra vita e sono abili nel mimetizzare malvagità ed efferatezza per continuare ad agire indisturbati e soddisfare esigenze o impulsi. Una visione del genere umano machiavellica, quella di Alessandra Hropich, autrice del libro “Mostri!”, e che, per alcuni versi ricorda la descrizione e alcuni dei tratti di personalità di un soggetto affetto da Psicopatia.
Il libro, pubblicato sulla piattaforma Youcanprint, ha un titolo che lascia ben pochi margini di interpretazione difformi. Scopriamo, in questa intervista, alcune delle caratteristiche di quella parte, o larga fetta, del genere umano capace di seminare odio e realizzare mostruosità per il proprio tornaconto.
Alessandra, nel suo libro ho la sensazione che ci sia una componente autobiografica. Chi sono i ‘mostri’ che lei descrive?
“E’ un libro autobiografico. Non potrebbe essere altrimenti perché le persone malvagie bisogna imparare a riconoscerle, per poterne parlare. I Mostri sono persone normali con un animo criminale, capaci di tutto”.
“Mostri!” è un libro scritto a quattro mani dalle sorelle Hropich. Anche l’altra co-autrice ha incontrato così tante persone mostruose e cattive?
“In effetti si tratta di un libro scritto con mia sorella Antonella, la quale ha incontrato l’esercito del male. Lei, più sensibile di me, è stata massacrata dai tantissimi mostri che ha incontrato e che incontra ovunque”.
Quali sono le azioni messe in atto dai mostri raccontati nel libro?
“Le azioni messe in atto dai Mostri sono di ogni tipo. Nel libro racconto oltre alle mille violenze psicologiche, anche alcune violenze fisiche. Aggressioni e ogni tentativo di arrivare a commettere dei veri e propri crimini. I Mostri non si fermano, la violenza di cui sono autori è spesso graduale e costante”.
C’è la possibilità di una redenzione?
“No, nessuna persona malvagia e criminale si pente. Unico scopo dei Mostri è soddisfare i propri impulsi e desideri. Quando distrugge, il Mostro si sente gratificato, non pentito!”.
Ho notato alcune analogie con gli psicopatici, soggetti privi di empatia, senso di colpa e rimorso, disposti a tutto per raggiungere uno scopo. Semplice casualità o ha usato le caratteristiche descritte da Robert Hare per rendere più mostruosi i personaggi del libro?
“I Mostri sono sempre persone psicopatiche, ma non tutti sono privi di empatia. Spesso sono soggetti che fanno gruppo, socializzano proprio allo scopo di creare il branco e circuire la vittima. Non ho usato le caratteristiche di nessuno, racconto i fatti veri, descrivo le persone con grande cura e non rendo più mostruosi i personaggi, mi basta raccontarli per come sono e già mentre scrivo inorridisco. Non vi è forzatura nel racconto, sono inquietanti già di loro”.
La maschera. Riguardo questo concetto, i ‘mostri’ descritti nel suo libro appaiono persone “normali” ad un occhio non clinico. Qual è stato l’intento?
“La maschera la indossiamo tutti, nessuno escluso. Ma la maschera dei Mostri è un vero e proprio inganno o trappola. Le persone normalissime sono quelle che maggiormente nascondono il loro vero volto. Il mio intento? Quello di aprire gli occhi a tutti perché ognuno può diventare vittima”.
Secondo il suo parere, come hanno origine i comportamenti mostruosi?
“I comportamenti mostruosi dipendono in parte dall’indole di ciascuno. Dal momento che tutti noi abbiamo una parte oscura, latente che non diciamo, è inevitabile che poi
l’esercito dei tantissimi frustrati che ci sono in giro trovi giovamento nel distruggere il prossimo. Anzi, il momento in cui si è certi di poter infierire su qualcuno è gratificante come successo personale per un Mostro”
Tutti siamo potenziali vittime di una persona che vive cercando di sfruttare o danneggiare gli altri. A lei è capitato con molta frequenza?
“Tutti noi siamo potenziali vittime dei Mostri.
Io incontro Mostri da sempre, ho perso ormai il conto. Ormai li riconosco subito. Purtroppo la società non li riconosce mai prima che facciano seri danni”.
Ne è stata alla larga non appena ha scoperto il loro lato oscuro e malvagio o ha provato a fronteggiare il ‘mostro’ di turno?
“Stare alla larga dai Mostri significa, nel mio caso, vivere come un’eremita isolata dal mondo. Sono circondata da persone malevole capaci di tutto. Se solo ne dessi l’opportunità, finirebbero sui giornali per brutti fatti di cronaca. Cerco il più possibile di evitare persone malevole, ma le incontro ancora prima di uscire dal portone di casa, non potrei mai stare lontana da loro.
Ho provato tante volte a fronteggiare i Mostri ma non è una buona idea, quasi mai. Bisogna chiarire che i Mostri, una volta individuata la vittima, non tollerano di essere smascherati e non perdonano. E’ troppo forte la rabbia del Mostro, talmente intensa da non tollerare di essere scoperto”.
Luigi Cacciatori