Cronaca
Mostra di antropologia visiva di Assunta Scorpiniti
RICEVIAMO E PUBBLICHIAMO - Mare e terra, terra di Calabria e mare calabrese, il lavoro, l'emigrazione, i valori che uniscono le due grandi tradizioni sociali della nostra regione, e cioè quella legata al mare e quella contadina, solo apparentemente separate. "Famiglie e barche della comunità marinara di Cariati", una traccia, un titolo dai rimandi memorici e affascinanti per una mostra che vuole raccontare proprio di fatti di mare e di terra. La mostra, inserita ufficialmente nel progetto culturale “Sguardi sullo Jonio”, è frutto degli studi antropologici sulla Calabria della ricercatrice cariatese Assunta Scorpiniti. Uno studio approfondito, una ricerca appassionata sul mondo del mare, effettuato attraverso gli strumenti della fotografia etnografica e di narrazione, che Scorpiniti ha già sperimentato, con esiti felicissimi, in Storie ed immagini della Calabria altrove. [MORE]Tre generazioni di emigrati nel cuore dell’Europa, del 2007, una mostra sull'emigrazione presentata con successo anche in alcune località della Germania, a Bruxelles, e in esposizioni “per immagine” di varie rassegne dedicate alla donna di Calabria. La mostra Famiglie e barche della comunità marinara di Cariati, che è stata curata e realizzata da Assunta Scorpiniti con il prezioso sostegno di Lega Pesca, scaturisce da studi effettuati direttamente sul campo e sull’identità marinara dei pescatori, svolti anche nel confronto con studiosi di analoghe realtà italiane, ed è ispirata alla prospettiva di studio nota come antropologia visiva: le immagini sono intese ed utilizzate come canale utile a decifrare e interpretare i segni e i caratteri di una cultura che, insieme a quella contadina, costituisce il fondamento della nostra società. Nel caso specifico, le immagini diventano anche “luogo” privilegiato dell’incontro e del dialogo con gli uomini, le donne, i figli della comunità del mare di Cariati, nel tentativo, chiaramente riuscito, di dare voce alle loro parole e corpo ai loro sguardi. Il paese di Cariati ha, da sempre, una forte vocazione marinara ed un'identità molto antica e radicata con lo sguardo sul mare, anche se spesso la popolazione è stata spinta verso l’interno da molteplici fattori ambientali e storici. Nell’Ottocento Cariati era, infatti, un importante scalo marittimo e, nella seconda metà del secolo, al centro di una migrazione di pescatori amalfitani, che hanno favorito lo sviluppo e la specializzazione dell’attività e dei vari mestieri utilizzati. Nella mostra Assunta Scorpiniti racconta per immagini ed ha voluto descrivere aspetti e fattori, come l’emigrazione, la meccanizzazione e motorizzazione, e lo sviluppo del turismo balneare che, nel recente passato, hanno mutato l’aspetto sociale della comunità della pesca, determinando un’evoluzione del lavoro del mare, che da sempre, trae la sua forza, prima di tutto, dall’unione familiare che diventa comunità. Al centro di questa ricerca, Scorpiniti ha posto lo studio di una ventina di storiche famiglie marinare di Cariati, legate da una significativa rete di relazioni. La classificazione, indicata con i tipici soprannomi (Vajani, Zagarogni, Occhiati, Ndonareddi, Cutrì, Gnazzi, Panazzi, Feroti, Merichi, Midji ed altre) segue, idealmente, l’ordine di Scaru, la spiaggia sottostante le abitazioni del borgo, che, nella comunità tradizionale, prima della costruzione del porto, serviva da ricovero alle barche. Al discorso sulle famiglie sono strettamente legate le differenti sezioni: quella dedicata alle donne del mare, vuole mettere in risalto il ruolo speciale che la donna tradizionalmente ricopre nella società marinara, per le responsabilità di sostegno sociale e alle famiglie, nelle lunghe assenze degli uomini, e per il suo sentimento del mare; vuole anche ricordare le figure irripetibili di donne pescatrici del tempo passato, mitiche figure rimaste indelebili nella memoria collettiva della gente cariatese. La sezione dedicata ai figli dei pescatori, descrive, invece, uno sguardo sincero e una percezione particolare dell’elemento e del lavoro dei padri. Non mancano, infine, i riferimenti all’attualità, caratterizzata dalla tecnologia, dalla costruzione del porto, da nuove regole e disposizioni comunitarie, ma, soprattutto, dalla conservazione del rapporto tra vecchi e giovani e dalle tradizioni del lavoro, ancora intatte. Il progetto “Sguardi sullo Jonio”, mettendo in risalto tutto questo, vuole raccontare un mondo, una realtà, una cultura di cui è portatrice la gente del mare, protagonista e soggetto della storia di Calabria. Un progetto dedicato alle nuove generazioni, per la loro consapevolezza civile e la riappropriazione dei valori identitari, soprattutto quello del lavoro, che hanno consentito alle comunità di esistere e svilupparsi. La mostra è stata inaugurata inaugurata sabato 24 aprile, presso la Sala Polivalente dell'Area Portuale di Cariati, nell'ambito del Seminario "Cariati: un mare di risorse. Identità e sviluppo della piccola pesca costiera".
Franco Vallone