Estero
Ucraina, ancora tensioni. Dal Cremlino: «Fermiamo le ispezioni militari»
MOSCA, 8 MARZO 2014 - Nei giorni scorsi la Nato ha deciso di introdurre sanzioni contro la Russia in seguito alla scelta di Vladimir Putini di invadere la Crimea. Per tutta risposta stamane, il Cremlino ha fatto sapere che si sta considerando l’ipotesi di sospendere le ispezioni militari degli Stati Uniti previste dai trattati sul controllo degli armamenti nucleari e per la riduzioni delle armi.
Mosca sarebbe quindi pronta e disposta a sospendere gli accordi tra la Russia e la Nato, sia per quanto riguarda il New Start sia per l’accordo di Vienna, siglato dalle due parti nel 2001. Fonti del ministero della Difesa russo fanno sapere che gli accordi di fiducia sono messi a repentaglio a causa di questi «gesti non amichevoli» e «dalle minacce prive di fondamento» prese da Nato e Stati Uniti.
La scelta di non rispettare più l’accordo New Start colpisce al cuore di quelle che sono state le riflessioni congiunte tra Russia e America nel cercare di placare le passate tensioni. L’accordo infatti, siglato nel 2010 e ratificato dal congresso statunitense è frutto della decisione di iniziare a ridurre l’uso di testate nucleari, oltre che di missili balistici nucleari.
Venire meno a questo accordo significherebbe riaprire definitivamente conflitti "freddi" anche sul fronte diplomatico e geopolitico, tra USA e Russia, conflitti che sembravano superati in seguito ai vari tentativi di riappacificazione tra Obama e Putin degli scorsi anni.
Nel frattempo però, mentre la diplomazia russa e quelle del resto del mondo, giocano la partita sul fronte degli accordi economici e politici, stamane più di mille filorussi hanno nuovamente manifestato a favore dell’annessione alla Russia, a suon di slogan: I love Putin.
La manifestazione svoltasi a Donetsk, in quella zona dell’Ucraina orientale dove è maggiormente sentita la causa russa, fa seguito ad una serie di occupazione da parte degli attivisti pro-Mosca del Palazzo della Regione di Kiev, a seguito delle quali sono stati arrestati più di 70 manifestanti ed il loro leader, Pavel Gubarev.
La tensione resta alta e la Russia non sembra voler arretrare nelle posizioni finora adottate contro l’Ucraina. Il ministro degli esteri russo, Segey Lavrov ha ribadito la non riconoscenza del nuovo governo ucraino come legittimo, perché, ha spieghato Lavrov, «non è indipendente, anzi dipende da nazionalisti radicali che hanno preso il potere con le armi, gruppi di nazionalisti che usano la violenza e le intimidazione per creare terrore e controllare il Paese».[MORE]
Sergio Sulmicelli
foto da corriere.it