Cronaca
Morto Procuratore Pietro Saviotti, leader di CasaPound festeggia su Facebook
ROMA, 12 GENNAIO 2012 – Il procuratore aggiunto di Roma Pietro Saviotti, capo del pool antiterrorismo, è morto nel pomeriggio di ieri per un malore. “ Questo 2012 si prospetta un anno interessante…evviva” con queste parole Gianluca Iannone, leader e presidente di Casapound Italia, commenta sul suo profilo Facebook la morte di Saviotti.[MORE]
Pietro Saviotti, da sempre impegnato nel campo dell’eversione, aveva recentemente seguito le indagini sul pestaggio di cinque militanti del Pd, impegnati ad affiggere manifesti contro la mafia in Via dei Prati Fiscali a Roma lo scorso 3 novembre. Sotto sua richiesta i carabinieri del Ros hanno arrestato Alberto Palladino, alias Zippo, uno dei leader di CasaPound nel IV municipio e il Gip ha confermato l’arresto del giovane perché temeva che avrebbe potuto compiere gesti analoghi a quelli compiuti nei confronti dei giovani democratici. Lesioni aggravate, violenza privata e porto d’arma impropria sono i reati contestati al giovane arrestato a cui, poco prima di Natale, sono stati notificati gli arresti domiciliari.
Già allora Iannone aveva contestato pesantemente i magistrati secondo i quali “ CasaPound Italia fa della violenza un metodo di lotta politica “ . Saviotti e i Fascisti del terzo millennio si erano già incontrati nell’aprile del 2010, quando la Digos di Roma eseguì otto arresti a carico di aderenti a Blocco Studentesco ( movimento studentesco di CasaPound ) in seguito ad alcuni scontri avvenuti all’università di Tor Vergata e nei pressi della Terza Università. Anche allora le richieste di arresto portavano la firma del Procuratore aggiunto Pietro Saviotti.
Una polemica che cresce con l’aumentare dei commenti positivi con cui vengono sottolineate le parole che Iannone ha postato sul suo profilo Facebbok. Per Andrea Antonini, vice presidente di CasaPound Italia, quella di Iannone non è una pubblica esternazione ma un semplice commento sul suo profilo personale e non sul profilo ufficiale dell’associazione. Nonostante queste parole Antonini rimane critico nei confronti dell’operato di Saviotti come magistrato e si affretta a sottolineare come non ci si possa aspettare dolore o ipocrita costrizione da parte degli esponenti di CasaPound Italia. Senza entrare nel merito della vicenda giudiziaria si rimane sempre piuttosto sconcertati di fronte episodi di questo genere in cui l’odio e l’intolleranza prevalgono anche sopra la morte.
Daniela Dragoni