Morto monsignor Antonio Riboldi, per i terremotati del Belice e contro la camorra
Cronaca Campania

Morto monsignor Antonio Riboldi, per i terremotati del Belice e contro la camorra

domenica 10 dicembre, 2017

STRESA, 10 DICEMBRE 2017 - Monsignor Antonio Riboldi, per tutti don Antonio, vescovo emerito di Acerra (Napoli) è morto all'alba, all’età di 94 anni, a Stresa, in Piemonte, presso la casa dei rosminiani dove si trovava dalla scorsa estate. A darne l'annuncio la Curia di Acerra dove è stato vescovo dal 1978 al 2000. I funerali saranno celebrati nella cattedrale di Acerra (Napoli). Antonio Riboldi diventò la voce dei terremotati del Belice, in Sicilia, che vivevano al freddo delle baracche e combatté la camorra in quegli anni in cui i morti si contavano a centinaia. [MORE]

Negli anni '80, guidò migliaia di giovani per le strade di Ottaviano, città del boss Raffaele Cutolo in una delle sue manifestazioni contro la camorra. ''Meglio ammazzato che scappato dalla camorra'', le parole della madre di fronte alle paure del figlio. ''In quel momento – raccontò Don Antonio in occasione dei suoi 90 anni celebrati nel Duomo di Acerra - mi sono sentito veramente di essere un vescovo e ho capito cosa significava essere un prelato che deve amare la gente anche se non ricambiato, amare la Chiesa anche se non tutti ti capiscono''.

Ordinato vescovo di Acerra il 25 gennaio 1978 dal Beato Papa Paolo VI, monsignor Antonio Riboldi, che apparteneva all'ordine dei rosminiani, entrò in diocesi il 9 aprile dello stesso anno, occupando una sede vacante da 12 anni e trovando una situazione non facile da gestire, dovendo ''rianimare la vita ecclesiale e sostenere l'intera comunità tra le problematiche di un momento che richiede la difesa della dignità della persona''. Lo stesso presule spesso ricordava lo stupore che gli aveva confessato l'arcivescovo di Milano di fronte a tanta vitalità, nonostante la diocesi fosse molto piccola. Curioso e aperto alla modernità, Riboldi è stato uno dei primi vescovi a sbarcare su Internet nel 1997.

Don Riboldi incontrò anche numerosi criminali in carcere, tra cui lo stesso Raffaele Cutolo, e al prete sono attribuiti i pentimenti di alcuni ex camorristi.

Nonostante la rinuncia all'esercizio episcopale per i limiti d'età raggiunti nel 1999, il vescovo emerito aveva scelto di restare ad Acerra, città che gli ha conferito la cittadinanza onoraria. ''I nostri contatti erano costanti - ha ricordato l’attuale vescovo di Acerra, monsignor Antonio Di Donna - e fino a quando le forze glielo hanno consentito ha celebrato spesso la Messa domenicale in Cattedrale seguendo sempre con vivo interesse la vita della diocesi e chiamandomi personalmente nei momenti importanti di questa Chiesa locale''.

I funerali di don Antonio Riboldi saranno celebrati nella cattedrale di Acerra.

Fonte immagine tgcom24

Claudia Cavaliere


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