Societa'

Morto il sociologo Ulrich Beck, teorico della "società del rischio"

SALERNO, 3 GENNAIO 2015 - E' morto il primo gennaio il sociologo Ulrich Beck, uno dei massimi esponenti della sociologia contemporanea. Scrisse la teoria sulla "società del rischio,verso una seconda modernità", la sua maggiore opera formulata nel 1986, che ebbe un impatto talmente forte sulla società da essere tradotta in ben 35 paesi. Nel 2007 fu ripubblicata con un'edizione più aggiornata. Beck aveva 70 ed è morto nella sua casa a Monaco di Baviera a causa di un infarto. Insegnava sociologia all’università di Monaco di Baviera e alla London School of Economics. La sua opera "società del rischio", viene presa, ancora oggi, come punto di riferimento in tutta Europa, per meglio spiegare le attuali dinamiche della nostra società cosmopolita, e per meglio chiarire i problemi legati alla modernità. Beck aveva dato una spiegazione logica anche alla questione del terrorismo, vista come conseguenza della società moderna, alla questione del cambiamento climatico come conseguenza dell'industrializzazione ed anche alle conseguenze della globalizzazione in termini di disuguaglianze sociali. Beck aveva a lungo collaborato con il quotidiano Repubblica. Nel 2008, anno della sua ultima pubblicazione, scriveva, affrontando il tema dell'energia atomica: "Nella misura in cui i rischi globali, sfuggono ai normali metodi scientifici di imputabilità e configurano un ambito di relativo non-sapere, la percezione culturale, ossia la fede nella realtà o nell'irrealtà del rispettivo rischio mondiale assume un'importanza centrale".

In una nota stampa diffusa dai curatori di "Pordenonelegge", progetto nato nel lontano 2000 ad opera dell'allora presidente della Camera di Commercio di Pordenone, Augusto Antonucci, con lo scopo principale di attirare l’attenzione sulle potenzialità turistiche e culturali della città di Pordenone, trasformandosi successivamente nella Festa del Libro, a cui partecipano ogni anno autori provenienti dall Nord-est d’Italia e anche dall'estero, e a cui aveva presenziato nell' edizione di settembre 2014 il sociologo Ulrich Beck, Gian Mario Villalta (direttore artistico), Alberto Garlini e Valentina Gasparet, unitamente al presidente e direttore della Fondazione pordenonelegge, Giovanni Pavan e Michela Zin, fanno sapere che "È forte lo sconforto per aver perso una persona disponibile, sensibile e intelligente, una voce così importante per la conoscenza e l’analisi del mondo in cui viviamo. È infatti di Ulrich Beck la formula che definisce la nostra epoca: la società del rischio".

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Durante la XV edizione di Pordenonelegge, Beck aveva tenuto una lezione su "come salvare il progetto europeo. L’atteggiamento cosmopolita", spunto di riflessione e di dibattitto del pubblico presente. Infatti in quell'occasione il sociologo aveva spiegato che "Quello che ci serve è una parola nuova per comprendere l’europeizzazione. L’Europa non è uno Stato, non è un’unità territoriale, una nazione o una condizione definitiva. Per questo serve una parola nuova: per definire una geometria variabile, interessi nazionali variabili, relazioni interne ed esterne variabili, confini variabili, una democrazia variabile, una concetto di stato variabile e un’identità variabile".

La sua carriera accademica

Ulrich Beck era nato il 15 maggio 1944 a Stolp, in Polonia, e dopo gli studi in sociologia, filosofia, psicologia e teoria politica presso l’università di Monaco di Baviera, nel 1972 Beck aveva conseguito il dottorato in filosofia, scegliendo però di lavorare come sociologo. Iniziata la carriera accademica all’Università di Munster, nel 1981 si trasferisce all’Università di Bamberga, per passare poi dal 1992 alla Ludwig-Maximilians-Universitàt di Monaco di Baviera, dove ha diretto il dipartimento di sociologia. Ha insegnato sociologia nello stesso periodo alla London School of economics e al Museo dell’Uomo di Parigi. Beck è stato membro del Gruppo Spinelli per il rilancio dell’integrazione europea, ed ha ricevuto numerosi premi e riconoscimenti. Considerato uno dei maggiori protagonisti delle scienze sociali, ha dato un importante contributo alla sociologia offrendo una propria visione del mondello sociale, economico e politico che ha caratterizzato la nostra modernità dal Settecento fino ai nostri giorni.

 

(foto:sentidoscomunes.it)

Filomena I. Gaudioso