Cronaca
Morto Aldo Cantafi per overdose a Catanzaro, un'assoluzione in appello
Catanzaro, 19 set. 2011 - Si e' concluso con una condanna confermata ed una ribaltata in assoluzione il giudizio di secondo grado a carico dei due uomini finiti sotto inchiesta a seguito della morte di Aldo Cantafio, 41enne catanzarese, ritrovato cadavere giorno 25 maggio 2010 su un pianerottolo di uno stabile in via Teano, a Catanzaro. [MORE]
La Corte d' appello di Catanzaro, oggi, ha confermato la condanna a sei anni, sei mesi e venti giorni di reclusione e 30.000 euro di multa gia' inflitta a Franco Simone Bevilacqua, rom catanzarese di 29 anni, accusato di spaccio di stupefacenti e morte come conseguenza di altro delitto, mentre ha assolto Fabio Critelli, di 34 anni, accusato del favoreggiamento del primo, e condannato in primo grado a tre anni di reclusione e 12.000 euro di multa previo riconoscimento di un vizio parziale di mente (era difeso dall'avvocato Giuseppe Menzica). In giudizio erano costituiti come parte civile i familiari della vittima, che gia' avevano ottenuto in primo grado il risarcimento del danno da liquidarsi in latra sede.
La sentenza di primo grado arrivo' il 25 gennaio scorso, al termine dei giudizi abbreviati. Secondo le accuse, mosse ai due uomini sulla base delle indagini dei carabinieri, sarebbe stato proprio Bevilacqua a vendere a Cantafio, suo "cliente" abituale per stessa ammissione dell'imputato, la dose di eroina che questi ha assunto a casa del primo, il pomeriggio del 25 maggio, e che lo ha ucciso nel giro di pochissimo. I due, poi, di fronte alla crisi per overdose di Catntafio non si sarebbero minimamente preoccupati di lui, ma piuttosto solo di occultare le prove di quanto era accaduto. In base a quest'assunto, in esecuzione di un provvedimento cautelare del gip di Catanzaro, Bevilacqua fini' in carcere (il provvedimento di custodia fu poi confermato dal Riesame), e Critelli ai domiciliari. A questo punto il difensore del primo, l' avvocato Alessandro Guerriero, attendera' le motivazioni della sentenza per cui la Corte ha chiesto 60 giorni, prima di decidere per l' eventuale ricorso in Cassazione.