Cultura e Spettacolo

Morto a 77 anni Il regista Bernardo Bertolucci

ROMA, 26 NOVEMBRE - Nato nel 1941 a Parma, è morto oggi 26 novembre all'età di 77 anni, Bernardo Bertolucci, il regista controverso dell' “Ultimo tango a Parigi” e del film 'maledetto' “1900”, il cineasta che ha messo in scena numerosi film che con le sue convulsioni intime quanto con le sue devastazioni esterne, ma sempre con un certo approccio estetico, ha esaminano le lotte sociali e politiche del suo tempo, vincitore di 9 premi Oscar per il film "L'ultimo imperatore".,

Bertolucci figlio di un poeta e insegnante, è cresciuto in una fervente atmosfera letteraria e artistica. Suo padre Attilio, era amico di Pier Paolo Pasolini, allora romanziere e poeta. Pasolini ingaggiò il ventenne Bertolucci come suo assistente nel 1961 nel film “Accattone”. Ma la grande occasione di Bertolucci, fu quando il poeta-regista lo aiutò ulteriormente raccomandandolo come sceneggiatore per La "Commare Secca" nel 1962 che diventò il suo debutto alla regia. 

Bertolucci ha continuato a collaborare come scrittore e uomo di idee, in particolare nell'epico western di Sergio Leone “C'era una volta il West.” Ma la sua carriera da regista decollò con “Prima della rivoluzione” un film del 1964, un resoconto ambientato a Parma di una relazione studentesca tra un giovane comunista e la zia, e  conl'influente “Il conformista” (1970). Entrambe le opere mettevano in primo piano l'impegno di Bertolucci verso la politica della sinistra radicale. "Ho vissuto in una sorta di sogno di comunismo", ha poi osservato il regista.

Il conformista” segnò anche l'inizio della collaborazione di Bertolucci con il direttore della fotografia Vittorio Storaro, insieme, realizzarono una serie di capolavori visivamente seducenti, tra cui “La strategia del ragno” (1970), “Ultimo tango a Parigi”, (1972) e “1900” (1976). 

"Ogni film che ‘giro’ è per me un ritorno alla poesia", asseriva Bernardo Bertolucci, il quale ha sempre preferito l'estetica ai discorsi, affidandosi a una bellezza pittorica, sensuale e sofisticata - anche se funebre talvolta. Un modo per privilegiare il mistero in ogni ambiente, ogni personaggio creato, per favorire le domande piuttosto che le risposte. 

Ha dovuto affrontare nel 2016 il risorgere di una polemica, quale precursore della campagna “MeToo”, su una delle scene controverse dell' “Ultimo tango a Parigi”. La leggenda nera di questa storia di desiderio e distruzione, improvvisata senza il consenso della sua attrice protagonista "Maria Schneider". “Ero orribile con lei, volevo la sua reazione da ragazza e non da attrice, volevo che si sentisse umiliata ...”, ha detto senza esprimere rammarico.

L’ultimo imperatore”, sostenuto dal produttore britannico Jeremy Thomas, è diventato il più grande successo di Bertolucci, ottenendo, senza precedenti, il permesso di girare all'interno della Città Proibita di Pechino. Dopo questo grande successo su scala internazionale, la coppia Bertolucci-Thomas andò a realizzare “Il tè nel deserto”, “Io ballo da sola” e “I sognatori”. Con quest'ultimo film, Bertolucci torno all'inebriante miscela di politica comunista-radicale ed erotismo, con cui aveva lasciato il segno decenni prima.

Luigi Palumbo

Fonte immagine: Affari Italiani