Cronaca

Morte di Don Gianni Baget Bozzo: denunciato per omicidio il medico curante del sacerdote- politico

GENOVA, 04 DICEMBRE 2011- Quando morì due anni fa, l'otto Maggio del 2009, nessuno sospettò che Don Gianni Baget Bozzo era " tornato alla Casa del Padre" ( come si usa scrivere sui manifesti funebri in caso di morte di un sacerdote) per colpa di qualcuno. Una normale morte naturale, determinata da un infarto che lo aveva colpito nella sua elegante casa del quartiere- bene di Carignano, aveva posto la parola fine alla vita su questa terra di un ultra- ottuagenario in malferme condizioni di salute.[MORE]

 Per la cugina del sacerdote Albertina Montano, e per i suoi più stretti congiunti, invece le cose non andarono così: il politologo, che almeno da quattro giorni prima del suo decesso stava malissimo e lamentava fortissimi dolori allo stomaco ed all'intestino, sarebbe stato ucciso a causa del comportamento negligente del suo fidato medico curante, il professor Patrizio Rinaldi Odetti, un luminare della scienza, primario al reparto di Geriatria all'Ospedale San Martino di Genova. Annamaria Montano ha dato corpo alle sue accuse presentando un dettagliato esposto, a cura dell'Avvocato Cesare Sandro Strozzi, alla Procura della Repubblica presso il Tribunale del Capoluogo ligure. Il fascicolo d'inchiesta penale relativo è stato affidato al Sostituto Procuratore Luca Scorza Azzarà.

Per ora non sono stati emessi avvisi di garanzia. La signora Montano basa gran parte delle sue accuse sulla testimonianza del badante del sacerdote ligure, era nato a Savona nel 1925, un cittadino extra- comunitario, Freddy Maman, che spergiura di aver chiamato il professor Odetti al capezzale di Don Baget Bozzo due giorni prima della morte di quest'ultimo in quanto il sacerdote continuava ad avere conati di vomito. Dopo una visita di mezz'ora, il professor Odetti prescrisse al domestico di far bere molto il paziente, utilizzando anche il Gatorade, in quanto questi era disidratato e se ne andò.

Perdurando i dolori, Maman telefonò a Padre Rocco Di Niso, parroco della vicina chiesa del Sacro Cuore e di San Giacomo dove quotidianamente Don Beget Bozzo si recava. Era disperato il badante e Padre Rocco inviò al capezzale del politologo amico di Bettino Craxi e Silvio Berlusconi una sua catechista, Bianca Maria Santolini infermiera professionale, per iniettargli un anti- dolorifico. La procura ora intende accertare se l'iniezione fu veramente fatta e se, in caso affermativo, non fu questa in luogo del comportamento del professor Odetti a causare la morte di Don Baget Bozzo.

All'aurora dell'otto Maggio, dunque, il sacerdote morì ed il certificato di morte fu redatto proprio dal professor Odetti che ravvisò la causa del decesso in un imperdonabile infarto al miocardio. Il professor Odetti era molto amico di Don Baget Bozzo da quando agli inizi del terzo millennio lo guarì da un tumore maligno. Nel 2001 il sacerdote lo aveva nominato, in un testamento, erede dei molti suoi appartamenti, si dice sette, che possedeva a Genova e che aveva acquistato investendovi i diritti d'autore guadagnati scrivendo i suoi molti libri.

La cugina Annamaria Montano, invece, sostiene che tre mesi prima di morire Don Baget- Bozzo aveva sostituito l'atto successorio del 2001 con un nuovo testamento olografo in cui la nominava erede universale. Di tale ultimo testamento non si è mai trovata traccia. Secondo la Montano è stato fatto sparire proprio dal professor Odetti al momento del trapasso del congiunto. La stessa Montano sostiene che su tale circostanza sono pronti a testimoniare a suo favore il professor Paolo Possenti, compagno di partito di Don Bozzi nella Dc della Prima Repubblica, e l'avvocato romano Giuseppe Pesce. Secondo loro il sacerdote lo teneva ripiegato in una Bibbia sul comodino accanto al proprio letto.

Il professor Odetti, per ora comunque non indagato, smentisce sdegnosamente quanto affermato dalla cugina di Don Baget Bozzo e preannuncia contro- querele. Forse si tratta solamente di una di quelle squallide cause relative ad un'eredità milionaria che si aprono quando un congiunto facoltoso ci lascia, di certo lascia l'amaro in bocca e stride clamorosamente con l'alta figura intellettuale che il sacerdote- politologo, comunque la si pensi, rappresentava nel mondo politico italiano.

Sergio Bagnoli