Politica

Monti: sugli immobili commerciali la Chiesa pagherà le tasse

ROMA, 15 FEBBRAIO 2012. – Nuove misure fiscali in arrivo per la Santa Sede. Il Presidente del Consiglio Mario Monti ha illustrato al Vicepresidente e commissario per la concorrenza della Commissione europea, Joaquin Almunia, la natura dei nuovi provvedimenti in materia fiscale che presto saranno proposti dal Governo italiano.
L’intenzione del Governo, ha spiegato Monti, è quella di definire anche per gli immobili in proprietà della Chiesa, un regime fiscale che consenta di distinguere i luoghi di culto, che resteranno esenti da qualsivoglia imposta, dai luoghi adibiti o in cui siano svolte attività commerciali, individuandosi in ciò stesso la ragione del prelievo fiscale.[MORE]


Similmente, laddove ricorrano situazioni “miste”, il credito dello Stato sorgerà proporzionalmente alla parte attribuibile all’attività commerciale.


In particolare, secondo quanto si legge nella nota ufficiale diramata dal Governo, sarà sottoposto all’esame del Parlamento un emendamento articolato per punti che prevede: a) l’esenzione dell’imposta comunale per gli immobili nei quali si svolge in modo esclusivo una attività non commerciale; b) l’abrogazione di norme che prevedono l’esenzione per immobili dove l’attività non commerciale non sia esclusiva, ma solo prevalente; c) l’esenzione limitata alla sola frazione di unità nella quale si svolga l’attività di natura non commerciale; e) l’introduzione di un meccanismo di dichiarazione vincolata a direttive rigorose stabilite dal Ministro dell’economia e delle finanze circa l’individuazione del rapporto proporzionale tra attività commerciali e non commerciali esercitate all’interno di uno stesso immobile.


Secondo quanto si apprende dalla nota, per tal via il Governo Monti auspica che la Commissione Europea decida la chiusura della procedura di infrazione aperta nell’ottobre del 2010 contro l’Italia per la violazione delle norme sul divieto degli aiuti di Stato.


Il provvedimento ha subito raccolte le prime osservazione da parte dell’Anci, ovvero l’associazione dei Comuni italiani, quale parte attiva del procedimento inerente il prelievo fiscale circa le imposte comunali.
Immediate anche le riflessioni dei vertici ecclesiastici, ed in particolare della Cei, che aprono alla volontà politica di regolarizzare definitivamente il regime fiscale degli immobili di proprietà della Chiesa, ma nella precisa determinazione dei luoghi con carattere effettivamente commerciale, fatti salvi i luoghi in cui sia svolta attività no profit. 

SAVERIO CARISTO