Politica
Monti intervistato da de Bortoli: "Ho fatto questa scelta perchè i sacrifici non siano inutili"
ROMA, 20 GENNAIO 2013- È un’intervista lunga quella di Ferruccio de Bortoli al premier Mario Monti. Il direttore del Corriere della Sera domanda, incalza, stuzzica il Professore. Il quale, con doti da docente universitario mischiate alla diplomazia da neo politico, risponde con serenità a tutte le questioni sollevate.
La domanda più spinosa de Bortoli la pone subito, giusto per chiarire cosa veramente interessa sapere. «Perchè ha deciso di salire il politica?». Monti risponde con tranquillità, ormai abituato alla curiosità che la sua scelta ha scatenato. «Credo di aver fatto una cosa giusta, non quella più utile per me. Ho infatti intravisto due rischi. Uno a breve, che il governo cadesse prima che i partiti si accordassero finalmente su una riforma elettorale; uno più a lungo termine, e assi più grave, ovvero che sei mesi dopo le elezioni si dissipassero tutti i sacrifici che gli italiano avevano fatto, con grande senso di responsabilità, per sottrarre il Paese ad un sicuro fallimento.
Tutto inutile, pensavo. Sarebbero tornati al governo i vecchi partiti, i vecchi apparati di potere, veri responsabili del declino dell’Italia». Monti, con un pizzico di autocompiacimento, non rinuncia a ribadire di essere stato colui che «ha contribuito a salvare il Paese» e che, dai primi giorni del suo governo fino alla sua discesa nell’arena politica, qualcosa in lui è cambiato. «Un amico milanese mi disse in un lungo colloquio che con il passare del tempo la bilancia delle valutazioni morali, dentro di me, sarebbe cambiata. Avrebbe pesato meno il piatto di ciò che io ritenevo in linea con il mio stile, di persona al di sopra delle parti; sarebbe invece aumentato il peso del senso del dovere, il dovere di fare in modo che i sacrifici costituissero la base di un’Italia più solida, capace di tornare a crescere, dopo tanti anni». Nasce così Scelta civica, perchè «è alla società civile che mi rivolgo».
Un’idea nata soprattutto dopo le celebrazioni del centocinquantesimo anniversario dell’Unità d’Italia, quando Monti dice di aver capito che «questo Paese continua ad aver bisogno di essere unificato. Oggi, più di qualche decennio fa, sembriamo a volte non un Paese, con un senso del bene comune, ma quasi un insieme di tribù, di corporazioni, di fortini intenti a difendere interessi di parte, di incrostazioni clientelari». C’è bisogno di un cambio di mentalità, di comportamenti, come scrive il premier nella sua Agenda, al punto numero quattro.[MORE]
L’altra questione rilevante è il tema del lavoro. Si vocifera infatti che la famigerata riforma Fornero sia in fase di modifica. L’idea è quella di proporre il sistema della flexicurity, vale a dire flessibilità più sicurezza. I contratti dei precari verranno trasformati in contratti a tempo indeterminato, per i quali l’articolo 18 verrebbe sospeso almeno per due o tre anni. Su questo tema Monti non si sbilancia, dichiarando solo che «varie persone stanno lavorando ad affinare l’Agenda. Per ora non c’è, su qeuesta materia specifica, nessun orientamento deciso».
Federica Sterza
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