Politica

Monti: "Il 2013 sarà un anno in crescita"

ROMA, 24 SETTEMBRE 2012 - L’Italia, grazie agli interventi degli ultimi mesi, non è più un problema per la stabilità dell’Europa. Questo ha affermato oggi il premier Mario Monti, in occasione della presentazione della conferenza internazionale sulle riforme strutturali in Italia, a cui è presente anche il segretario generale dell'Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico (Ocse) José Ángel Gurría. “Senza 'Salva-Italia' avremmo perso sovranità” ha detto il premier.

Monti ha inoltre dichiarato che il 2013 sarà un anno in crescita, in realtà, precisa, non avremo un Pil dal segno più, ma sarà “un anno con profilo ascendente”. Il premier ha aggiunto poi che nel 2013 “il motore dell'economia si avvierà lentamente, trattenuto dal peso del passato”. Le riforme e le azioni degli ultimi mesi, secondo Monti, porteranno fra dieci anni a un aumento di 4 punti percentuali del Pil italiano. “Siamo determinati a fare scelte nel breve periodo per guardare a obiettivi a lungo periodo – ha infatti aggiunto il Professore - è stata una scommessa sull'Italia, sulla sua capacità di reagire, di cambiare rotta, di costruire un futuro di crescita”. Però “è troppo presto per abbandonare il rigore” che, secondo il premier, “va sempre mantenuto”.[MORE]

Monti ha anche parlato della risposta dei cittadini alle riforme del governo, infatti “gli italiani – ha dichiarato - stanno dimostrando di non essere particolarmente ostili nei confronti di coloro che le hanno fatte”. Il premier però ribadisce di non avere alcuna intenzione di candidarsi alle prossime elezioni, ma ci tiene a smentire il cosiddetto “teorema Juncker”. Il teorema recita: “chi fa le riforme strutturali lo fa per il bene del suo Paese, ma poi perde le elezioni”, una teoria che, secondo Monti, non è da applicare all’attuale governo.

Il premier ha anche smentito le concessioni finanziarie che, a detta dei media, il governo avrebbe dato alla Fiat. Per quanto riguarda invece l’alto livello di corruzione nel settore pubblico e l’immobilità sociale, Monti ha messo in evidenza che l’Italia è indietro rispetto agli altri paesi dell’Ocse. In particolare per quanto riguarda l’immobilità, ha affermato che “i figli rimangono nella stessa categoria sociale dei genitori, rimangono in casa con i genitori, e spesso finiscono per fare lo stesso lavoro dei loro genitori”. Una realtà, questa, che influisce “sotto il profilo dell'efficienza e della crescita di un sistema”.

(foto da www.ilpost.it)

Laura Lussu