Giovani e lavoro al centro della giornata politica. Tra iniezioni di ottimismo e contestazioni
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ROMA, 24 MAGGIO 2012 - Giovani e lavoro sono stati al centro della giornata politica di oggi. Diversi i «big» che si sono soffermati su questi temi, in diverse occasioni. Mario Monti, che è intervenuto al Forum nazionale dei giovani, ha cercato di dare ottimismo alla platea, sottolineando che il lavoro per le nuove generazioni è «una delle priorità» del governo. Il presidente del Consiglio ha inoltre affermato che «in Italia il 29% dei fondi strutturali per il 2007-2013, più di 8 miliardi di euro, sono potenzialmente destinabili alla lotta alla disoccupazione giovanile. Sono 460 mila i ragazzi che potrebbero beneficiare di questo piano di riallocazione dei giovani a livello europeo». [MORE]Monti ha poi difeso il ddl lavoro, attualmente al vaglio della Commissione Lavoro del Senato, e la cui approvazione da parte dell'assemblea di Palazzo Madama dovrebbe avvenire (molto probabilmente con la fiducia) entro un paio di settimane: «La riforma del mercato del lavoro favorisce una distribuzione più equa delle risorse, estendendo le garanzie a tutti. Vi renderà liberi di scegliere il lavoro che volete», ha detto il premier rivolgendosi ai ragazzi presenti in sala. «L'obiettivo è spostare la tutela del singolo posto a quella della singola persona». Inoltre, per Monti, «è quasi normale che tutte le parti sociali abbiano trovato non ottimale la riforma del lavoro. Abbiamo seguito obiettivi di flex security seguendo le indicazioni di organismi, come l'Ocse e l'Fmi, che non hanno a cuore interessi di categoria, ma interessi generali».
Un'ulteriore riforma per dare al mercato lavorativo un carattere più meritocratico sarebbe inoltre al vaglio del governo. In proposito, però, il presidente si è limitato ad indicare alcune linee guida piuttosto generiche: «Affiancare meritocrazia, carriera e formazione», con una serie di incentivi economici per i più bravi.
Della riforma attualmente in discussione al Senato ha parlato anche il ministro Fornero, ad un incontro con gli universitari di Torino. «Non c'erano ragioni ideologiche per modificare l'articolo 18», ha dichiarato, «ma un'esigenza di ammodernamento nella regolazione dei conflitti tra datore di lavoro e lavoratore». La Fornero ha inoltre espresso l'auspicio che le stesse condizioni di licenziamento che stanno venendo introdotte per i dipendenti privati siano adottate per quelli pubblici. In proposito, sarebbe in corso un confronto con il ministro per la Pubblica Amministrazione Patroni Griffi.
Su lavoro e giovani si è soffermato infine il presidente della BCE Mario Draghi, che ha tenuto una lezione alla Sapienza per ricordare l'economista Federico Caffé, suo maestro. Qest'ultimo, ha messo in evidenza Draghi, insegnava che il sottoutilizzo delle risorse più giovani «riduce in vari modi la crescita. Ciò, oltre a ferire l'equità, costituisce uno spreco che non possiamo permetterci». All'università romana, però, Draghi è stato oggetto di una dura contestazione da parte di studenti e precari – peraltro tutt'altro che bendisposti anche nei confronti di Monti. Secondo quanto dichiarato da uno dei dimostranti, «Draghi sta garantendo dalla guida della BCE l'imposizione di politiche di austerità e sacrifici, è dal 2008 che lo ripetiamo e ne siamo sempre più convinti: la crisi la devono pagare banche e finanza, non precari e disoccupati».
Michele Barbero
(Immagine da blog.panorama.it)