Politica
Montecitorio, altro rinvio per il testo sul conflitto d'interesse: proteste grilline
ROMA, 11 DICEMBRE 2014 - Ennesima bagarre nell'aula di Montecitorio, in una mattinata già tesa per motivi diversi, non riguardanti prettamente i lavori d'aula. Le dichiarazioni del Presidente Giorgio Napolitano, che aveva affermato come “la critica politica è degenerata in patologia eversiva”, hanno fatto infuriare Grillo e i suoi parlamentari, ritendendo l'affermazione offensiva nei confronti di tutti gli elettori che credono nei valori del MoVimento, nato proprio da una proposta critica verso la politica attuale. Di risposta, deputati e senatori grillini hanno lanciato l'hashtag #SonoUnEversore, già trend topic di Twitter, segno di protesta verso il Presidente della Repubblica.
[MORE]La bagarre alla Camera ha invece riguardato il tema, ormai ridondante ma mai veramente affrontato, di una normazione sul conflitto d'interesse. Montecitorio ha votato favorevolmente (con una maggioranza di 187 voti di scarto) per il rinvio in commissione della proposta di legge pentastellata in materia, che si sarebbe dovuta discutere quest'oggi. Il rinvio è arrivato dopo che la Commissione Bilancio, stamane, aveva fornito parere contrario sullo stesso provvedimento, ritenuto mancante di quantificazioni e coperture.
La decisione ha scatenato le proteste dei deputati grillini, tant'è che il Presidente d'aula di turno, Luigi Di Maio, è stato costretto a sospendere la seduta.
Sui social, i grillini provano a spiegare il perchè di tanto sdegno: Federico D'Incà, deputato 5 stelle, attacca il Partito Democratico (che ha dato parere negativo in Commissione), postando "l'ennesima presa in giro del PD nei confronti degli elettori del proprio partito", Giulia Sarti fa notare come "ci impediscono di portare avanti la lotta alla corruzione".
Ora la proposta di legge del M5S tornerà in discussione alla Commissione Bilancio, dove dovranno essere apportate opportune modifiche al testo.
Legge sul conflitto d'interesse e Parlamento italiano: una storia senza fine.
Salvatore Remorgida
(ph. camera.it)