Politica
Montaldo: stop alla violenza sulle donne
GENOVA, 10 SETTEMBRE 2013 - "Serve una rete interistituzionale per far emergere i casi sommersi di tutte quelle donne che subiscono violenze, insieme ai loro bambini, e che non sporgono denuncia e pertanto la macchina operativa deputata alla presa in carico dei casi, pronto soccorso, distretti socio-sanitari, posti di polizia, ha bisogno di un migliore raccordo".
Lo ha detto il vicepresidente della Regione Liguria e assessore alla salute e alla sicurezza urbana, Claudio Montaldo lunedì 9 settembre mattina nel corso della presentazione del settimo rapporto sulla sicurezza urbana in Liguria che analizza le tendenze delittuose nelle quattro province, attraverso le denunce dei cittadini e le azioni di repressione delle forze dell'ordine.
In mancanza di questa rete è impossibile certificare con esattezza l'andamento relativo a questi reati. Tra i crimini più importanti passati in rassegna dal rapporto si registra la stabilità degli omicidi a Genova e la decrescita negli altri capoluoghi.
"Di per sé un dato importante – ha detto Montaldo – in una regione, come quella ligure, mai seriamente aggredita da tale fenomeno negli ultimi quindici anni". Altra questione riguarda il fenomeno dei furti di strada: il 2012 ha documentato una percentuale di furti predatori che, anche se in lieve diminuzione rispetto all'anno precedente, risulta ancora preoccupante, perché a Genova la qualità dei borseggi denunciata non è mai inferiore a 5.000 all'anno.
Al di là di questo nel 2012 a Genova si è registrata una diminuzione di scippi e borseggi del 20%, rispetto all'anno precedente, mentre una prima analisi degli identikit riferiti agli autori di questi reati fa emergere un quadro in cui la presenza di giovani stranieri di tutte le nazionalità, dal Maghreb al Sud America o Est Europeo, supera di gran lunga il 60% del totale dei reati commessi. Un coinvolgimento attivo che non sarebbe però da attribuire all'impatto diretto che la crisi economica esercita sui contesti locali.
Non si può dimenticare infatti che la Liguria si attesta tra i primi posti in Italia tra le regioni per numero di persone tossico o alcol dipendenti, dopo Lazio, Lombardia e Campania, con una media di 6 casi ogni 100 abitanti. A Imperia e Savona scippi e borseggi si mantengono stabili, mentre alla Spezia l'aumento dei reati di strada ripreso dal 2011 raggiunge numeri vertiginosi nel 2012, sia in città che nel resto della provincia. Raddoppiano infatti nel 2012 alla Spezia il numero dei furti con strappo (scippi), così come quello dei furti con destrezza (borseggi) che passano da 167 a 300.
Non si arrestano le denunce per quanto riguarda i furti in appartamento, anzi aumentato. Il furto nelle abitazioni è un reato che a Genova si registra in tutti i quartieri della città, senza distinzione di giorni, ore e mesi. Si stima che la componente di ladri stranieri si attesti intorno al 50% del numero complessivo delle infrazioni nelle abitazioni. A Genova, secondo una media, sono più di 4 i furti nelle abitazioni che si registrano ogni giorno. A Savona i furti in appartamento sono cresciuti, anche se di poche unità, mentre hanno registrato un +20% in provincia. A Imperia città e lungo la costa hanno mantenuto valori stabili, con una media di un furto in appartamento ogni due giorni nel capoluogo e tre al giorno nel resto della provincia imperiese.
È l'area spezzina quella ad avere la maglia nero per quanto riguarda i furti in appartamento, perché il dato riferito all'intera provincia raddoppia e lo stesso si può dire della Spezia, città dove si è passati dalle 267 denunce del 2011 alle 418 del 2012. Stabili gli atti vandalici come ritorsioni, vendette o gesti di bullismo che si nascondono dietro agli incendi dolosi di moto e ciclomotori. Per quanto riguarda Genova, per la prima volta negli ultimi nove anni, si registra una diminuzione del 25% dei furti su auto, del 20% dei ciclomotori, del 15% delle auto e del 10% dei motocicli.
"Quel che affiora dalla fotografia del territorio – spiega Stefano Padovano, autore del rapporto – è che la domanda sociale di sicurezza dei cittadini non può essere evasa. Talvolta si tratta di richieste scomposte, rispondenti solo in parte alle dimensioni del pericolo, ma per la maggioranza si basano su richieste legittime e quindi per nulla sottovalutabili o relegabili sullo sfondo dell'agenda politica". [MORE]
Rocco Zaffino