Chiesa e Società
Monsignor Maniago a Gimigliano per ricordare il ritorno del quadro rubato dai Francesi
Le comunità parrocchiali di Gimigliano hanno festeggiato la Madonna di Porto nella tradizionale ricorrenza del primo martedì di marzo. Una data storica che ricorda l’occupazione delle truppe francesi di Napoleone e la presa di Gimigliano avvenuta il 24 febbraio 1807. Devastazioni, incendi, ruberie che privarono la comunità di Gimigliano della immagine della Madonna venerata già dal 1626 e custodita nella chiesa matrice. L’immagine venne prodigiosamente restituita al culto e alla devozione dei gimiglianesi e riportata a Gimigliano qualche giorno dopo, in processione, con grande concorso di popolo anche della citta di Catanzaro.
La memoria storica e religiosa viene celebrata ormai da oltre due secoli, il primo martedì di marzo, una data che i gimiglianesi attendono con grande devozione, eletta come la prima vera festa liturgica in onore della Madonna di Porto. Anche quest’anno la memoria è stata rinnovata con solenni celebrazioni liturgiche e di preghiera, dalla comunità gimiglianese.
Il sacro dipinto della Vergine è stata portato in processione dalla Chiesa Madre alla Chiesa dell’Assunta, qui accolto dall’Arcivescovo Monsignor Claudio Maniago, accompagnato da una nutrita rappresentanza di sacerdoti. “Questa festa – ha esordito monsignor Maniago nella sua omelia- nasce da un ritorno. Conoscete meglio di me la storia di questo quadro che fu trafugato dai francesi e portato via a Catanzaro. E poi, con dei segni anche particolari che la Madonna fece, questo quadro alla fine fu riportato qui a Gimigliano in modo molto solenne, perché nel frattempo la comunità era in sofferenza non solo perché il paese era stato distrutto, ma perché era stato privato di questo segno così importante. Il segno della presenza di una Madre, della Madonna. E abbiamo sentito nel Vangelo il ruolo tutto particolare che Lei ha nella nostra vita e perché la nostra preghiera si rivolge facilmente a Lei, proprio perché Gesù ce l'ha donata come Madre”. “Lo abbiamo sentito, -ha continuato l’Arcivescovo – come Gesù l’ha affidata a Giovanni che rappresenta un pò tutti noi ed allora, come Giovanni, tutti noi l'abbiamo accolta nella nostra vita e negli oltre due millenni di storia della Chiesa. Maria è sempre colei che è presente nella casa, cioè nella vita di ogni credente, di ogni cristiano.
Un grande poeta, Dante Alighieri, disse con bellissime parole che è chiaro che noi preghiamo la Madonna, perché chi vuole qualcosa da Dio e non si rivolge alla sua intercessione, è come se volesse volare senza le ali. “Allora in questa storia del ritorno di questo quadro – ha concluso Maniago - alla disperazione di averlo perduto, si sostituisce questa festa grandissima, la gioia di riavere il quadro che è il segno per questa comunità e non solo è il segno più grande che Maria c'è e ci ricorda che Maria c'è, che davvero il dono che Gesù ci ha fatto è presente, non è venuto meno, nonostante magari le nostre piccolezze, i nostri sbagli, i nostri peccati. Maria come una buona madre non abbandona mai i propri figli, anche quando questi figli si distraggono. Stiamo vivendo la Quaresima, in cui la Croce ci ricorda non solo una sofferenza atroce, ma anche un amore grande, così grande che può superare anche la violenza e l'odio di cui sono capaci gli uomini.
Sì, l'amore del Signore supera e vince anche l'odio più grande. E Maria era lì sotto, sotto quella croce. E lei ancora oggi ci invita. Non è un caso che questa festa del ritorno dell'immagine qui in paese sia cada sempre nella Quaresima. Non è un caso, è un segnale importante perché Maria viene, torna per farci tornare da Gesù. Lei torna da noi, viene da noi ogni Quaresima, puntualmente, ma viene per invitarci tutti quanti, proprio tutti, a tornare a Gesù. Quando il quadro della Madonna di Porto ritornò a Gimigliano, ritornò anche la gioia che oggi dobbiamo rivivere nella nostra vita. Maria torna perché per aiutarci a far bene la Quaresima, per arrivare poi a vivere la Pasqua che è accogliere il perdono di Gesù che viene da un amore così grande. E nel perdono anche l'invito a una vita nuova, a cambiare le cose che non vanno. E nella vita di tutti noi, nessuno escluso, abbiamo sicuramente qualcosa da dover cambiare. Maria è al fianco nostro e con la sua preghiera mette ali alla nostra preghiera. Gesù ci aspetta ed è pronto una volta di più ad abbracciarci e a rinnovare il nostro cammino”.
Nel pomeriggio la festa è proseguita con la processione di ritorno del Quadro della Madonna nella Chiesa Madre attraverso le principali vie del paese.