Chiesa e Società
Mons. Maniago presiede la solenne celebrazione del Corpus Domini e guida la processione cittadina verso la speranza
Processione del Corpus Domini guidata da Mons. Maniago: Camminare insieme verso una nuova relazione con Dio e gli altri
Nella serata di giovedì 8 giugno l’Arcivescovo di Catanzaro-Squillace, Claudio Maniago, ha presieduto la solenne celebrazione della solennità del Corpus Domini con la Messa nella Basilica cittadina dell’Immacolata, seguita dalla processione che ha attraversato le principali vie del centro storico.
I membri del Capitolo della Cattedrale hanno concelebrato insieme a molti parroci e vicari della diocesi, mentre hanno affiancato il vescovo Claudio, il vicario generale don Salvino Cognetti, il delegato per il Clero e il Diaconato permanente don Franco Isabello, il delegato per la pastorale don Ivan Rauti, il parroco della Basilica don Sergio Iacopetta. Presenti numerose congreghe, movimenti, gruppi e associazioni della chiesa diocesana, oltre ad autorità civili e militari.
Mons. Maniago ha sottolineato la valenza dell’appuntamento, tra i più sentiti della comunità diocesana: “E’ una grazia poter celebrare l’Eucarestia e vivere con devozione la tradizione della processione cittadina, un camminare insieme che ci proietta in un orizzonte di speranza, per non fare le stesse cose di prima e come prima, ma piuttosto come un invito a rinnovare e approfondire la nostra relazione con Dio e con gli altri, a dare senso ai segni e ai gesti della nostra fede e nutrirli con nuova consapevolezza e impegno”. L’Arcivescovo ha ricordato “gli uomini e le donne nel mondo che soffrono per la mancanza di pane”.
“Il loro corpo – sottolineato Maniago – è immagine di Dio e presenza di Cristo sofferente, affamato, martoriato, torturato, dimenticato”, nel mentre “venti paesi del mondo stanno andando incontro a una crisi alimentare che potrebbe causare disordini e rivolte in intere aree geografiche”. Monsignor Maniago ha augurato buon lavoro “a tutte le istituzioni proposte al governo delle città e del territorio nella certezza che vorranno occuparsi nel modo migliore delle persone che la abitano, con un particolare sguardo verso coloro che aspettano il pane materiale, la dignità di un nuovo lavoro, l’opportunità di crescere nella cultura e nello spirito, per poter vivere con speranza la propria esistenza”. E infine l’accorato appello alla comunità dei fedeli di “non rimanere tranquilli di fronte alle persone che vivono nella sofferenza, nell’abbandono e nel disagio”, citando sia l’esortazione di Papa Francesco a guardare la realtà partendo dalla periferia, sia i segni di attenzione verso i poveri rappresentati dalla Caritas, dalla Fondazione Città Solidale, dalle mense dei poveri e da tante realtà che si mettono al servizio dei bisognosi”.
La processione che si è snodata lungo il tradizionale percorso cittadino è stata così “non l’esibizione di un qualche potere sociale, ma piuttosto il nostro annunciare il Signore stesso che ci apre la strada e che ci fa camminare e guardare dove viviamo, con chi viviamo e chi sono i nostri fratelli”: