Calcio Serie B

Money Gate: "Quegli allegati mancati presunta combine di Avellino-Catanzaro" "incubo retrocessione"

Money Gate, Procura ricorre in appello: ritorna l'incubo retrocessione per l'Avellino. La Procura Federale impugna la sentenza del Tfn. Atto dovuto ma anche occasione per chiarire sulle prove sparite dagli atti. Catanzaro ed Avellino a giudizio in un processo che rischia di passare alla storia per la giustizia sportiva
AVELLINO, 22 DICEMBRE - La Procura Federale ha deciso di ricorrere in appello in merito al processo Catanzaro-Avellino. Dopo il proscioglimento del Tribunale Federale per tutti e sette i deferiti e le due società, i magistrati della giustizia sportiva hanno impugnato la sentenza. [MORE]

Il processo di secondo grado si svolgerà davanti alla Corte Federale d'Appello a Sezioni Unite. Il primo tempo si era chiuso in vantaggio per gli imputati forti di una sentenza che non è neanche entrata nel merito dell'inchiesta, ovvero accertare se c'è stata o meno una eventuale combine il 5 maggio 2013 "alla stregua degli atti allegati al deferimento a supporto delle ragioni accusatorie, infatti, il Collegio ritiene che non si sia raggiunta la prova, al di là di ogni ragionevole dubbio, della fondatezza dell'impianto accusatorio. Va effettuata una necessaria premessa. 

Il deferimento sconta una evidente carenza probatoria della Procura Federale che, agli atti del processo, non solo non ha prodotto le perizie delle trascrizioni integrali delle intercettazioni (atti questi che non risultano trasmessi dalla Procura della Repubblica di Palmi), ma non ha neanche depositato l'ordinanza di custodia cautelare e l'informativa della Polizia giudiziaria poste a base di tutto l'impianto accusatorio". 

Possibile che i Procuratori federali abbiano fatto, per restare in gergo calcistico, un autogol del genere? A mettere in dubbio l'accaduto una fonte autorevole come il quotidiano La Repubblica che ha dedicato un articolo

alla magistratura sportiva il giorno successivo il proscioglimento, facendo riferimento anche all'inchiesta Money Gate "quegli allegati mancati sulla presunta combine di Catanzaro – Avellino esistevano, giura chi ha lavorato al dossier.

Ma che un dischetto con documenti e immagini sia sparito dal fascicolo prima che fosse consegnato alla segreteria del tribunale è cosa senza precedenti. Ed è normale che l'organo inquirente della Federcalcio dovrà aprire un'indagine interna per capire come possa essersi verificato un episodio simile".  
Il ricorso in appello, atto dovuto, nella circostanza consentirà al gruppo di lavoro del Procuratore Giuseppe Pecoraro, deriso da tifoserie e dirigenti dopo la lettura della sentenza del Tfn, di produrre nuovamente tutte le prove in loro possesso per chiarire una volta per tutte cosa sia realmente accaduto in quella partita. Se dinanzi alla Corte Federale dovessero essere presentate ulteriori prove rispetto a quelle giudicate dal Tfn si legittimerebbe quanto sostenuto dal quotidiano La Repubblica aprendo una ben più ampia discussione sul mondo della giustizia sportiva italiana.

La tesi difensiva dell'Us Avellino è ben nota, ed anche in questo caso non si entra nel merito della vicenda ma si fa riferimento ad un precedente caso riguardante il calciatore Cristiano Doni, come riferito dal legale Edoardo Chiacchio, accusato dalla Procura di combine per la partita Crotone - Atalanta del 2011 e prosciolto in quanto soggetto terzo non intercettato. Quindi non può ne essere incriminato, tantomeno condannato. 
L'Us Avellino attraverso i suoi legali, l'avvocato Innocenzo Massaro e Chiacchio, farà richiesta pe visionare gli atti consegnati dalla Procura Federale e produrrà una memoria difensiva. La Procura aveva chiesto: 
Retrocessione all'ultimo posto e tre punti di penalizzazione da scontare nel prossimo campionato per l'Us Avellino;

Walter Taccone presidente dell'Us Avellino 5 anni di inibizione dalle cariche federali e 70mila euro di ammenda;
Vincenzo De Vito direttore sportivo del club biancoverde 4 anni di inibizione dalle cariche federali e ammenda di 60mila euro;

Per gli altri deferiti: Giuseppe Cosentino presidente del Catanzaro ai tempi chiesti 5 anni di inibizione e 90 mila euro di ammenda (70 mila per l'illecitosportivo e 20 mila euro per i pagamenti in nero ai suoi tesserati). Armando Ortoli, ex direttore sportivo del club calabre, la Procura Federale ha chiesto 4 anni di inibizione e 60 mila euro di ammenda. Andrea Russotto ex calciatore del Catanzaro chiesti 3 anni di squalifica e 50 mila euro. Marco Pecora ex dirigente del club calabrese chiesti 6 mesi di inibizione e 30 mila euro di ammenda per omessa denuncia. Notizia segnalata da (ilciriaco)