Cronaca
Modica, torna la protesta dei forconi
MODICA (RAGUSA), 30 OTTOBRE 2011 – Fuori programma alla cerimonia inaugurale di Chocobarocco 2011, quando una cinquantina di persone, bandiere e forconi in mano, si sono piazzati davanti all'ingresso del Chocovillage per protestare contro le cartelle esattoriali della Serit, che rischia di mandare sul lastrico centinaia di aziende agricole. Che però non hanno alcuna intenzione di farsi sopraffare.[MORE]
Si chiama “movimento dei forconi”, non è «né di destra, né di sinistra e nemmeno qualunquista» - dice Mariano Ferro, che del movimento è un po' il leader - «ha solo le scatole piene di questa Italia fregata e maltrattata da questi politicanti». E vogliono il ritorno di una vera giustizia sociale. Per questo, agli inizi di ottobre si erano presentati davanti ai cancelli del mercato ortofrutticolo di Vittoria, una volta uno dei pilastri del benessere siciliano oggi simbolo di quel “pasticciaccio brutto” delle politiche governative in materia agricola, dove hanno bruciato le bandiere di tutti i partiti. L'unica bandiera in cui credono è quella della loro terra.
Nato (non per caso) ad Avola lo scorso giugno – con una stretta di mano, come si fa nelle campagne - il movimento mette in contatto e collegamento le due isole. I contadini in Sicilia ed i pastori in Sardegna, dove sono oltre trentamila le aziende del settore agro-pastorale chiuse nell'ultimo decennio. In tutto sono circa un milione le aziende agricole fallite o vicine al fallimento, per un totale di circa 5 milioni di agricoltori che hanno perso o stanno perdendo il posto di lavoro che si sono creati con il tempo ed il sudore.
Multinazionali, banche e politiche miopi gli avversari del movimento, che ormai da tempo annuncia la rivolta. «Chiediamo pane e democrazia» - dice Felice Floris, leader del movimento sardo - «quel pane che ci avete tolto e quella democrazia negata dal vostro menefreghismo».
Più che della cioccolata, l'inaugurazione sembra essere stata ideale vetrina per manifestare il disagio di molte categorie sociali che hanno colto l'occasione anche per evidenziare alcuni sprechi relativi alla kermesse, come la necessità di quei venti vigili urbani chiamati a supportare l'operato della polizia municipale locale arrivati addirittura anche da Torino, a cui la giunta comunale pagherà le effettive ore di lavoro (vitto e alloggio, stando a quanto sostenuto dal vice sindaco Enzo Scarso sono a carico degli stessi vigili), mentre i dipendenti comunali aspettano ancora le cinque mensilità arretrate, gli operatori ecologici ne aspettano tre ed i dipendenti delle cooperative sono in attesa di ricevere gli emolumenti di un intero anno.
Dopo gli scontri di Roma dello scorso 15 ottobre, il leader dell'Italia dei Valori Antonio Di Pietro aveva parlato della necessità di reintrodurre la legge Reale, una legge che, stando ai dati del “libro bianco” pubblicato nel 1990, fece 254 morti in quindici anni, 153 casi di persone che non si erano fermate al posto di blocco. Ma se una legge “reale” deve essere introdotta in Italia, è quella che torni a mettere al centro questioni come il problema agro-pastorale, il problema abitativo ed i servizi sociali, oggi vere e proprie utopie per la maggior parte della popolazione. Che però ha deciso di non rimanere più a guardare.
Andrea Intonti