Cronaca

Modena, 35 anni con una garza in pancia: 70enne chiede risarcimento di 230.000 euro

MODENA, 28 GIUGNO 2014 – Si era sottoposto ad un intervento all'Ospedale Sant'Agostino per estirpare un'ulcera addominale, era il quindici dicembre 1976. Il protagonista della vicenda ora ha settant'anni, ma la data della sua operazione se la ricorda molto bene, perché da allora quest'uomo ha vissuto un calvario lungo 35 anni, a causa di un “corpo estraneo”, una garza, rimasta chiusa nella sua pancia. Anni trascorsi ad accusare dolori e a sottoporsi a continui esami e interventi, sentendosi anche diagnosticare un tumore, per poi scoprire che la causa di tutto è una garza sterile che i medici si dimenticarono di estrargli trentacinque anni fa. [MORE]

A denunciare l'episodio è un settantenne della Bassa modenese che, insieme al suo avvocato Mario Marchio, ha ora chiesto al giudice civile un risarcimento di 230mila euro più interessi. Una cifra richiesta che raggiunge e supera il mezzo milione, per le sofferenze patite durante tutti questi anni, nonché per gli interventi chirurgici a cui il paziente si è dovuto sottoporre, a causa del comportamento negligente del personale ospedaliero al momento dell'intervento nel lontano 1976. Negligenza alla quale concorrono anche all'Usl di Modena che, nonostante le visite costanti e specifiche durante i successivi anni, non hanno mai approfondito l'origine della massa individuata, che poteva già essere asportata nel 1989. Secondo i quotidiani locali, a risarcire l'uomo dovrebbero quindi essere la Regione Emilia-Romagna, e l'assicurazione dell'Usl modenese.

Sarebbe perciò accertato che la garza fu dimenticata durante l'intervento che il settantenne subì nel 1976. Finito l'incubo dell'ulcera, per l'uomo sarebbero subentrati immediatamente nuovi problemi: dopo l'operazione l'uomo avrebbe cominciato a lamentare dolori, e fu costretto a sottoporsi a numerose visite. Nel 1982, al termine di svariate gastroscopie, allo sfortunato paziente sarebbe stata diagnosticata una gastrite cronica che in seguito l'uomo curò, sottoponendosi nel corso negli anni ad alcuni interventi per la rimozione del polipi. Arrivò poi il 1989, quando gli fu diagnosticata un'infiammazione alla base dei polmoni con un “addensamento”, ma senza ulteriori approfondimenti. Curata l'infiammazione, si arriva all'agosto 2011 quando la situazione iniziò a peggiorare e il paziente venne ricoverato al Policlinico per un'occlusione intestinale. Durante l'intervento il medico individuò ancora la massa estranea, ma avrebbe preferito non asportarla non sapendo cosa fosse, ma dichiarando nella cartella clinica una massa di “sospetta natura tumorale”.

Il 16 dicembre 2011 il paziente fu sottoposto all'ennesimo intervento chirurgico, stavolta per l'asportazione della “massa tumorale” attaccata al pancreas, ma in sala operatoria i medici si accorsero che non c'era un tumore, bensì una garza, che nel corso degli anni si era ricoperta di altro materiale diventando poi una “palla”. «Se le negligenze mediche sono ormai prescritte dal punto di vista penale, e nessuno pagherà mai con una condanna – afferma l'avv. Marchio al Resto del Carlino - la causa civile, invece, può essere intentata perché la prescrizione parte da quando è stato scoperto il danno, in questo caso nel 2011. Il mio cliente ha rischiato la morte e oggi convive con le conseguenze di quel drammatico errore».

Stefania Putzu