Politica

Missioni militari, rifinanziamento approvato anche alla Camera

ROMA, 2 AGOSTO 2011 - A quasi una settimana di distanza dall'approvazione del Senato, questa mattina anche la Camera dei deputati ha dato il proprio via libera definitivo al rifinanziamento delle missioni militari all'estero. Con 493 sì, 22 no e 15 astenuti, anche i deputati hanno espresso la propria approvazione bipartisan al decreto di rifinanziamento.[MORE]

Così come era avvenuto pochi giorni fa al Senato, anche alla Camera hanno votato a favore Pdl, Lega, Responsabili, Pd e Udc. L'Italia dei Valori ha votato contro, mentre i Radicali si sono astenuti (al Senato avevano scelto di non partecipare al voto). Il provvedimento prevede il rimpatrio di circa 2000 soldati rispetto al primo semestre di quest'anno, almeno 1000 entro settembre e altri 1070 entro dicembre. Nel primo semestre il contingente medio impiegato in missioni all'estero è stato in media di 9250 unità. Diminuisce anche la spesa generale per le missioni, che passa da 811 milioni dello scorso semestre a 664 milioni per il prossimo.

Il taglio più sostanzioso si ha tra i militari presenti in Libia, che passano dagli attuali 1970 a 1086, mentre nei Balcani rimarranno 379 militari rispetto agli attuali 650. Per il contingente italiano presente in Afghanistan, invece, non ci sarà alcun taglio. È lo stesso ministro della Difesa, Ignazio La Russa, a spiegare il motivo di questa decisione. «Per l'Afghanistan – ha dichiarato nel suo intervento alla Camera - a differenza di altre missioni non è stata prevista alcuna riduzione perché è ferma intezione del nostro governo tenere fermo il rispetto di un impegno internazionale che vede i nostri ragazzi lavorare per la pace, la solidarietà e la sicurezza di quel paese ed internazionale, dimostrando con il loro lavoro di essere una delle eccellenze italiane di cui essere orgogliosi».

In merito all'approvazione del provvedimento si è espresso anche il leader dell'Idv, Antonio Di Pietro. «È davvero assurdo – ha dichiarato in sala stampa - per una situazione che rasenta il ridicolo, se non fosse drammatico che in Italia si continui a portare avanti la guerra. Lo è tanto di più - ha aggiunto - che il luogo in cui ci si reca a fare la guerra sia l'Afghanistan piuttosto che la Libia»

Serena Casu