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Miroslav Klose: una lezione di sportività

ROMA, 26 SETTEMBRE 2012 – Capita di tutto ormai nel calcio italiano, sempre più a in balìa di intercettazioni, scommesse e scandali arbitrali; capita di tutto in questo sport dove ormai onestà e correttezza sembrano un miraggio lontano e la paura di nuove bufere mediatiche alberga dietro ogni angolo.

Eppure, nel bel mezzo di una marea pessimistica che minaccia sempre più pericolosamente di sommergere la versione italiana del gioco più bello del mondo, la bellezza di un gesto corretto e pulito riesce a risollevare un po’ gli animi e ad unire tifoserie rivali in un caloroso applauso di mutuo rispetto.[MORE]

È quello che è accaduto questa sera al San Paolo, in una partita che si annunciava tesissima perché destinata ad eleggere la tanto attesa anti-Juve; è accaduto per mano, nel senso più letterale del termine, di un trentaquattrenne tedesco che nel lontano 2006 ogni italiano ha un po’ odiato, perché colpevole di aver soffiato la scarpa d’oro al mondiale all’amatissimo Capitan Cannavaro.

È il quinto minuto del primo tempo di Napoli-Lazio, quando il centravanti biancoceleste Miroslav Klose getta la palla in rete, siglando un gol che potrebbe cambiare le sorti della partita e della prima metà del campionato. Tutto regolare secondo il parere dell’arbitro Banti, che assegna il gol del vantaggio alla Lazio, nonostante le proteste per un presunto fallo di mano avanzate da molti giocatori del Napoli.

Nel bel mezzo della ressa Miroslav Klose, il numero 11 sulle spalle e gli occhi tenuti bassi, dopo essere riuscito a liberarsi dall’ingombrante ed eccessiva presenza del portiere avversario De Sanctis, più volte allontanato dai compagni di squadra dell’attaccante, si dirige verso l’arbitro per ammettere di aver toccato la palla con la mano, per far annullare quel gol segnato al di fuori delle regole.

Immediata l’esplosione del San Paolo, dove i tifosi, ospiti e non, si sono uniti in un boato di ammirazione nei confronti del tedesco, autore di un gesto sportivo che in Italia non si vedeva dal lontano 2006, da quel Roma-Messina in cui l’allora ventiduenne Daniele De Rossi, con la Roma avanti di un gol, ammise all’arbitro di aver segnato di mano il gol del 2-0.

Ma la Lazio questa sera non era in vantaggio e giocava contro una rivale diretta, quel gol avrebbe potuto cambiare le sorti del match e dare sprint e ad una squadra che non è mai davvero entrata in partita, una squadra che dal Napoli si è poi fatta travolgere con un sonoro 3-0.

Proprio per questo il gesto di Miroslav acquista ancora più forza e valore, perché stasera, sull’erba verde di Napoli, la correttezza e il fairplay hanno vinto sulla classifica, sui gol e sui bonus. E l’abbraccio dell’ex Valon Behrami, a quel calciatore che adesso indossa la maglia che un tempo vestiva anche lui, così come l’abbraccio collettivo di tutto il San Paolo, dimostra che in Italia un calcio bello e pulito è ancora possibile, basta solo riuscire a volerlo. Klose ce l’ha appena insegnato.

(foto da archivio)

Elisa Lepone