Sport

"Mio Fratello Miccoli"

PALERMO, 14 SETTEMBRE – Palermo è davvero una città strana dove “quando s'incontra qualcuno bisognerebbe informarsi prima sulla fedina penale”, come ha detto Zamparini, presidente della squadra di calcio della città. Ma Palermo è anche un posto dove le amicizie e i legami familiari “ingombranti” sono difficili da nascondere, prima o poi saltano fuori. Ed ecco che una storia di amicizia, nel capoluogo siciliano, può finire sulle pagine dei giornali, oggetto di numerosi sospetti ed insinuazioni.[MORE]

E’ quello che è successo a Fabrizio Miccoli, capitano del Palermo e grande amico di Mauro Lauricella, figlio di Nino detto “scintillune”, uno dei boss siciliani più temuti. La DIA ha inserito il suo nome nei verbali, perché nel corso delle indagini per catturare il boss (arrestato lunedì), Mauro appariva spesso in compagnia del calciatore. A testimoniare il forte legame d’amicizia, una serie di foto raccolte in un video caricato su YouTube, dal titolo “Mio fratello Miccoli”: sulle note di una canzone dedicata al fantasista, scorrono le immagini della bella vita che i due conducevano spesso insieme nei nightclub, in barca, nei lussuosi appartamenti e allo stadio Barbera. Un’amicizia che per Mauro sfociava nella devozione, come accade quando si ha a che fare con i propri idoli.

Miccoli non risulta indagato e le indagini non hanno mai portato a galla alcun legame tra Mauro (tra l’altro incensurato) e le attività illegali del padre. Eppure risulta difficile credere che l’attaccante non fosse al corrente dell’appartenenza del ragazzo ad un boss palermitano così noto. Ad infittire il caso, il mistero del furto subito da Miccoli nel 2009, nel suo appartamento situato nella zona di influenza di Lauricella. In quel caso la moglie del calciatore fu costretta a consegnare ai rapinatori, mai individuati, denaro per un valore di 3.000 euro e un anello del valore di 30.000 euro.

L’attaccante del Palermo ha deciso di non rilasciare alcuna dichiarazione, ma presto dovrà farlo per evitare che la squadra per cui gioca sia oggetto di pressioni mediatiche.

Luciano Cangianiello - Redazione Emilia Romagna