Minniti e la confessione sui migranti: "A giugno a rischio la tenuta democratica dell'Italia"
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Minniti e la confessione sui migranti: "A giugno a rischio la tenuta democratica dell'Italia"

mercoledì 30 agosto, 2017

PESARO, 30 AGOSTO - "Ad un certo punto ho avuto paura. A giugno, davanti all'ondata migratoria e alle problematiche di gestione dei flussi avanzate dai sindaci, ho temuto che ci fosse un rischio per la tenuta democratica del Paese. Per questo dovevamo agire come abbiamo fatto, senza aspettare più gli altri Paesi europei". Marco Minniti parla dal palco della Festa dell'Unità di Pesaro. Non omette nulla circa le preoccupazioni vissute in questi mesi di forte emergenza e rivendica ogni decisione, anche quelle su cui l' esecutivo si è trovato diviso su due linee: quella più rigorista del ministro dell’Interno e quella più morbida che non voleva lo scontro con l' Europa né con le organizzazioni non governative. [MORE]

"Ho capito che andava governato subito il flusso migratorio e l'abbiamo fatto", dice Minniti. "Abbiamo fatto da apripista e Parigi ha capito e approvato il nostro lavoro. Per aiutarli a casa loro - aggiunge Minniti - e costruire centri in Africa, serviranno molti soldi per la cooperazione internazionale. Almeno quanto speso per la rotta dei Balcani: 6 miliardi”. Il ministro puntualizza però che "se un uomo fugge da guerre e carestie io ho il dovere di accoglierlo come Dio comanda", e appoggia con decisione la legge sullo ius soli: "Un ragazzino nato in Italia, che studia qui, perché deve aspettare 18 anni per diventare italiano”?

I dati di agosto confermano un drastico calo degli sbarchi (3.194 contro i 21.294 di dodici mesi fa), e all'indomani del vertice francese il titolare del Viminale incassa i risultati e l'appoggio europeo. La svolta si è avuta in seguito ai mega-sbarchi di metà luglio, quando sono state soccorse in mare diverse migliaia di persone in pochi giorni e il ministro ha ordinato il dietrofront all'aereo che lo stava portando a Washington. Da allora una fitta serie di iniziative in Libia e in Europa, il varo del codice per le Ong e i numeri hanno cominciato a dare ragione alla strategia italiana: dopo il dimezzamento degli arrivi a luglio, ad agosto si è assistito a un vero crollo ed ora i dati del Viminale indicano 98.407 arrivi nel 2017, con un calo dell' 8% rispetto al 2016.

I numeri dimostrano anche l'impegno della Marina Militare libica, che solo negli ultimi tre giorni ha intercettato e riportato a terra circa 700 migranti che tentavano di attraversare il Mediterraneo. Minniti sottolinea anche l'importanza dell'impegno economico che deve mettere in campo l'Europa per frenare i flussi. E non manca di rimarcare il ruolo dei sindaci delle città libiche, che definisce "i nostri principali alleati". La scommessa è quella di costruire un circuito economico alternativo in Libia, che possa soppiantare il florido business dei trafficanti di uomini. Progetti di sviluppo saranno messi in piedi insieme all'Anci e l’ambasciatore italiano a Tripoli, Giuseppe Perrone, sta raccogliendo richieste e disponibilità.

Quanto al rischio attentati per l'Italia, la Festa dell’Unità di Pesaro è per Minniti l’occasione per elogiare la nostra polizia, di recente accusata di metodi troppo bruschi nella gestione degli sgomberi dei migranti. "Devo ringraziare le forze dell' ordine per quello che stanno facendo nel contrasto al rischio terroristico in Italia", ha dichiarato il ministro. "Abbiamo una delle polizie migliori del mondo. Per questo ancora non è accaduto nulla nel nostro Paese, e comunque continueremo a vigilare".

Claudio Canzone

Fonte foto: huffingtonpost.it


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