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MILANO, 22 DICEMBRE 2011- A Milano ormai è emergenza ordine pubblico. Per far fronte a ciò, Palazzo Marino ha deciso di impiegare 130 soldati per la sorveglianza delle strade. In realtà, tale iniziativa è già partita lunedì scorso, con i militari suddivisi in pattuglie di tre e con un carabiniere o poliziotto preposti a gestire il loro servizio di vigilanza.
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La novità, questa volta, del ritorno dell’operazione “Strade sicure”, sta nel fatto che l’ordinanza firmata dal prefetto Gian Valerio Lombardi a inizio mese. si estende a 10 paesi dell’hinterland, che sono stati selezionati in base a richieste, segnalazioni che sono giunte alla prefettura. Per questo, da lunedì si vedono militari a San Donato, vicino al metrò e ai palazzi dell’Eni, in piazza Tevere e in via Aldo Moro. Invece a Segrate, le forze dell'ordine sono state poste a sorvegliare la zona della stazione e il suo sottopasso. A Melegnano, i militari sono dislocati tra il quartiere Giardino e il centro commerciale. Vigilati: il quartiere Crocetta di Cinisello Balsamo, coordinati dal locale commissariato di polizia, Baranzate e a Corsico (con la Finanza), ad Abbiategrasso e a Corsico, fino a Cassano d’Adda.
L'unico dei 10 sindaci dei paesi coinvolti nell'ordinanza ad opporsi è quello di Rho, Pietro Romano, centrosinistra. Per il suo territorio, le forze dell'ordine avrebbero dovuto sorvegliare i terreni interessati dagli appalti Expo.
Come si legge nella lettera scritta dal sindaco Romano all'indirizzo prefetto Lombardi, che è stata pubblicata poi sul sito del comune, "Non siamo né vogliamo essere in guerra. Ho espresso al prefetto il mio disappunto per non essere stato minimamente coinvolto in questa decisione, ritengo che un sindaco non possa non essere quanto meno interpellato sull’esigenza o meno di inviare l’esercito nella città che amministra. Ho però anche manifestato la mia contrarietà alla militarizzazione di Rho. Si tratta di un provvedimento di facciata che non risolve di certo il problema della sicurezza nella nostra città. Carabinieri, polizia di Stato, guardia di finanza e Polfer conoscono bene i problemi della nostra città e da sempre garantiscono la sicurezza. Invece che inviare l’Esercito, il ministero rafforzi gli organici delle forze dell’ordine già presenti. Abbiamo bisogno di più carabinieri e più poliziotti, non dell’esercito».E così, nel giro di poco, attraverso una circolare, si è provveduto a revocare il servizio.
Tuttavia, non mancano polemiche di segno inverso rispetto agl'interventi della giunta Pisapia. Per il Pdl, "L'ordine pubblico non è prioritario per Pisapia". Afferma l’assessore regionale alla Sicurezza, Romano La Russa, "Solo il sindaco Giuliano Pisapia e l’assessore Marco Granelli continuano a fare spallucce sottovalutando lo stato di degrado e l’aumento della criminalità nella nostra città. È ormai un dato di fatto che per la giunta la sicurezza dei milanesi non è una priorità".
Dura la posizione dell’ex vicesindaco Riccardo De Corato, "Queste sono le 34 pattuglie rimandate indietro da Pisapia, che ha sguarnito 34 zone periferiche. Quando arriveranno i dati di fine anno sui reati, i milanesi di quelle zone sapranno come ringraziare il sindaco e l’assessore Granelli, che pensano che la sicurezza si faccia col volontariato e non con le divise". Più cauto, invece, il presidente della Provincia, Guido Podestà, "Apprendo con soddisfazione la decisione del prefetto. L’impiego di uomini e donne con le stellette aveva già fornito risultati straordinari".
(Fonte: La Repubblica)
Rosy Merola