Cultura e Spettacolo
Milano: si inaugura oggi a Palazzo Reale la mostra dedicata a Giuseppe Arcimboldi, detto Arcimboldo
Tutto è pronto per l’apertura ufficiale di quello che è stato definito uno degli eventi culturali più attesi di Milano: “Aricimboldo”. L’artista lombardo, nato a Milano nel 1527, ritorna nella sua città in pompa magna con una grande rassegna a lui dedicata dove oltre alle celebri ‘pitture stravaganti’, verranno esposti anche disegni e oggetti preziosi per meglio comprendere il '500 lombardo.[MORE]
La mostra, curata da Sylvia Ferino, Direttrice della Pinacoteca del Kunshistorisches Museum di Vienna, rimarrà a Palazzo Reale fino al prossimo 22 maggio. “Una mostra nel segno della tradizione, che approfondisce la vita e le opere di un artista milanese che ha avuto grande successo alla corte degli Asburgo”, dichiara Letizia Moratti, Sindaco della città meneghina. “Un uomo che propone un’arte stravagante e di forte impatto e che, partendo dalla scuola di Leonardo, ha saputo sviluppare uno stile personale ed innovativo. Opere che non ci lasciano indifferenti, che ci emozionano, stupiscono e, talvolta, fanno sorridere”.
Quella di Arcimboldo è un’arte a tratti stravagante, ma di forte impatto emotivo, fatta di opere che ritraggono teste umane composte da una serie di combinazioni di frutta e ortaggi. Un’arte molto apprezzata anche nel cinquecento, soprattutto presso la corte degli Asburgo a Vienna, dove l’artista visse per molto tempo e dove tutt’ora vengono conservati la maggior parte dei suoi dipinti.“Proporre a Palazzo Reale un’esposizione sull’Arcimboldo vuol dire ricollocare l’artista nel contesto d’origine e reinterpretare lo sviluppo dell’arte lombarda coeva e a seguire”, aggiunge Massimiliano Finazzer Flory, Assessore alla Cultura. “E non soltanto. Poiché Arcimboldo dissolve l’artificio temporale nel porsi con l’immaginazione oltre le coordinate della storia, quella da noi scritta e quella ancora da scrivere. Nella nostra società della comunicazione binaria che tende spesso alla semplificazione, il mondo dell’artista milanese rivela, così, tutta la complessità e la ricchezza dei segni, delle figure e dei simboli”.
Suddivisa in nove sezioni, la mostra è un incantevole viaggio nella Milano del cinquecento. Un piacevole percorso tra disegni, pittura e preziosi oggetti realizzati dalle officine artigianali della città, all’epoca molto rinomate sia per la qualità sia per l’eccellenza dei propri manufatti artistici.Le prime due sezioni offrono l’analisi dei poli principali attorno ai quali ruota la cultura artistica milanese di quel periodo: da un lato il genio leonardesco, dall’altro le grandi officine artistiche milanesi. La terza è denominata “Arcimboldo a Milano” e propone le opere giovanili dell’artista e dei suoi maestri: il Ritratto di Biagio Arcimboldo di Bernardino Luini; le vetrate per il Duomo di Milano, realizzate su disegni di Arcimboldo e del padre Biagio e molte altre ancora.
Segue la sezione dedicata all’illustrazione naturalistica in Italia e in Lombardia. Con la scoperta dell’America, specie rare di animali e vegetali furono importate in Europa e presentate ai principi d’Europa. Di queste straordinarie rarità veniva eseguito subito un “ritratto” dal vivo poi copiato e inviato ad altri regnanti, a scienziati e appassionati collezionisti. Il ruolo di Arcimboldo come illustratore di animali, uccelli e probabilmente anche di piante e fiori, viene correttamente collocato nell’ampio contesto delle scienze naturali: molti suoi disegni furono infatti utilizzati per i volumi pubblicati dal bolognese Ulisse Aldrovandi, il più famoso umanista delle scienze naturali. Il viaggio continua con le scenografiche ‘Teste Composte di Arcimboldo’ (Stagioni ed Elementi), dipinte in più varianti a partire dal 1563, provenienti dal Kunsthistorisches Museum di Vienna.
La sezione successiva è riservata alla pittura ridicola, con disegni strepitosi di figure grottesche di Francesco Melzi (copie da Leonardo), Giovan Paolo Lomazzo, Camillo Procaccini e due dipinti di Arcimboldo provenienti da Stoccolma: Il bibliotecario e Il giurista. Con la settima sezione si entra, invece, nel mondo scintillante delle feste di corte con una eccezionale raccolta di cinquanta disegni di Arcimboldo provenienti dagli Uffizi, uno studio di Giulio Romano dal Louvre, e la cosiddetta “armatura milanese” forgiata dal famosissimo artefice milanese Giovanni Battista Zarabaglia per l’arciduca Ferdinando II del Tirolo. La penultima sezione si focalizza sul ritorno dell’artista nella sua città natale e si apre con un Autoritratto del maestro del 1587, proveniente da Palazzo Rosso a Genova, e riunisce libri e raccolte di poesia composti dagli amici poeti e letterati intorno alle pitture inviate a Rodolfo, fra le quali il celeberrimo Vertunno (Ritratto di Rodolfo II) del Castello di Skokloster.
Chiude la mostra la sezione sulle teste reversibili e la natura morta, con alcuni capolavori assoluti di Arcimboldo come “L’ortolano e Testa reversibile” con canestro di frutta, da cui Caravaggio avrebbe preso ispirazione per la natura morta più celebre della storia dell’arte: “La canestra di frutta” della Pinacoteca Ambrosiana.