Cronaca

Milano, polemiche dopo il no del prefetto agli sgomberi nelle zone a rischio

MILANO, 1 FEBBRAIO 2015 - «Ci è stato chiesto dal prefetto di soprassedere da effettuare sgomberi in alcune zone dove si erano verificati incidenti». Lo ha dichiarato Silvano Maggioni, dirigente direzione socialità di Aler, l’azienda regionale che gestisce una parte delle case popolari milanesi, scatenando immediate polemiche.

Le zone in questione sono quelle dove si sono verificati disordini dovuti alla presenza di comitati particolarmente attivi nella lotta per la casa: Lorenteggio, Corvetto-Mazzini, Giambellino, Ticinese e San Siro. Si tratterebbe di una direttiva temporanea che riguarderebbe solo gli interventi programmati e non quelli in flagranza, e sarebbe stata presa subito dopo gli incidenti di metà novembre al quartiere Corvetto.

«Ci sono vere e proprie zone franche in città – è stato il commento del consigliere comunale d’opposizione Riccardo De Corato (FdI) – e sono quelle dove ci sono i centri sociali e dove gli antagonisti scatenano incidenti».

«Abbiamo scoperto quello che già si sapeva - aggiunge Massimiliano Bastoni, consigliere comunale della Lega Nord - dove ci sono gruppi politicizzati come i centri sociali non si fanno sgomberi, non possiamo accettare che vinca la logica della violenza, chiediamo alle istituzioni di ripristinare la legalità».[MORE]

Da Palazzo Marino però arriva una versione diversa. «Aler dà notizie non vere sulla gestione della legalità nelle case popolari per coprire i propri problemi, allarme sulla pelle dei cittadini», ha twittato il vicesindaco Ada Lucia De Cesaris, sostenuta da Marco Granelli, assessore alla Sicurezza, che ricorda che «Dal 1 dicembre 2014 abbiamo fatto 33 sgomberi programmati, di cui 16 nei quartieri che secondo De Corato e Gallera sarebbero zone franche. Aler, invece di fare dichiarazioni non vere, dovrebbe preoccuparsi di agire per migliorare i quartieri popolari di sua proprietà».

Paolo Massari