Cronaca

Milano, condanna a 14 anni per la "coppia dell'acido"

MILANO, 11 GIUGNO 2015 – I giudici della nona sezione penale del Tribunale di Milano hanno condannato a 14 anni di reclusione la nota “coppia dell'acido”, ovvero la studentessa bocconiana Martina Levato e il broker Alexander Boettcher, accusati di concorso in lesioni gravissime per l’aggressione, mediante l’acido, avvenuta il 28 dicembre 2014 - in via Giulio Carcano - ai danni di Pietro Barbini (22 anni), ex compagno di liceo della ragazza.[MORE]

Il procedimento si è svolto con rito abbreviato: il collegio ha riconosciuto le aggravanti della premeditazione e dei motivi abietti, escludendo l'aggravante della crudeltà; inoltre, ha applicato alla «coppia diabolica» la libertà vigilata per un periodo «non inferiore a 3 anni», da scontare a fine pena, e disposto a favore della vittima una provvisionale immediatamente esecutiva da un milione di euro, di anticipo sul risarcimento da quantificare in sede civile, e di centomila euro per i genitori.

Prima della sentenza, Martina, per la prima volta ha chiesto «scusa a Pietro e alla sua famiglia» («sono dispiaciuta - ha dichiarato oggi in aula - per quello che ho fatto»), riconoscendo le proprie responsabilità come già aveva fatto nell'interrogatorio a margine dell'arresto, e precisando che nel primo verbale aveva tentato di coprire - al fine di scagionarlo - il compagno Alexander, da cui aspetta un figlio (è all’ottavo mese di gravidanza).
Sulle sorti del nascituro potrebbe prospettarsi un procedimento di adottabilità; intanto, il verdetto odierno contempla altresì la trasmissione del dispositivo alla Procura dei minori «per quanto di competenza».

La difesa - Per la difesa, prossima tappa sarà il ricorso in appello. Secondo il difensore di Alexander Boettcher, l’avvocato Ermanno Gorpia, «Un’aggravante in meno - ha commentato - è un grosso risultato, anche se per noi ce n’è un’altra insussistente, che è quella dei motivi abietti: Martina ha chiaramente agito per quello che secondo lei era vendicare, seppur in modo spropositato, un torto, quindi un motivo c’era. In ogni caso c’è una ricostruzione complessiva che noi abbiamo fatto e su cui affideremo l’appello».
Analogamente, per il difensore di Martina Levato, l’avvocato Daniele Barelli, «Leggeremo le motivazioni e poi faremo ricorso in appello - ha precisato -, per chiedere una revisione di questa sentenza. La questione principale è la capacità di intendere e di volere di Martina Levato, ci sono problemi seri che devono essere analizzati attraverso un lungo percorso di cura».

Le motivazioni della sentenza saranno depositate tra 60 giorni.

Domenico Carelli

(Foto: notizie.tiscali.it)