Estero

Migranti, vertice Ue-Turchia, Ankara: "Servono più soldi". Austria: "Chiuderemo tutte le rotte"

BRUXELLES, 07 MARZO 2016 – E’ in corso a Bruxelles il vertice Ue-Turchia sui migranti. L’accordo per ridurre il flusso dei migranti verso l'Europa rischia però di deragliare. La Turchia ha infatti avanzato all'ultimo minuto richieste politiche e di ulteriori finanziamenti, oltre ai tre miliardi già previsti. Ankara chiede un aumento dei fondi e inoltre un accesso più veloce ai visti Schengen per i cittadini turchi ed un processo accelerato per la sua richiesta di adesione. [MORE]

Senza scendere nel dettaglio, il premier turco Ahmet Davutoglu, ha parlato di una «nuova proposta». Tuttavia al suo arrivo a Bruxelles aveva sottolineato l'importanza dell'incontro per le future strategie europee: «E' il secondo vertice in pochi mesi, e questo mostra quanto la Turchia sia indispensabile per l'Ue e quanto l'Ue lo sia per la Turchia. Abbiamo molte sfide da affrontare insieme nel nome della solidarietà. Ma il quadro deve essere visto nel suo insieme, non solo guardando al problema dei migranti irregolari ma anche al processo di ingresso nell'Ue».

«La Turchia ha salvato quasi 100mila rifugiati nel Mediterraneo orientale ma l'Ue deve ancora darci i 3 miliardi di euro promessi quattro mesi fa» ha invece detto Erdogan in un discorso ad Ankara, criticando l'Unione europea per gli oltre quattro mesi di ritardo nello stanziare i 3 miliardi di euro di fondi promessi in base a un accordo di novembre. «Il signor primo ministro è al momento a Bruxelles. Spero che ritorni con il denaro», ha concluso il presidente turco.

Un clima teso dunque, alimentato anche dalle dichiarazioni del cancelliere austriaco Werner Faymann, il quale ha detto: «Sono favorevole a dire parole chiare: chiuderemo tutte le rotte, anche quella Balcanica. I trafficanti non devono avere alcuna opportunità». Il cancelliere ha quindi ribadito la fermezza di Vienna contro la politica del lasciar passare: «Più chiaramente saremo contro, tanto meglio». Gli accordi con la Turchia sono una buona cosa, ha aggiunto, ma «se reggeranno lo si vedrà in futuro».

Dello stesso avviso il premier ungherese Viktor Orban che ha dichiarato: «Non ci possono essere discussioni su reinsediamenti diretti dalla Turchia all'Europa, sicuramente non in Ungheria, perché non c'è possibilità che il governo ungherese faccia alcun tipo di concessione. Consideriamo che il reinsediamento in Europa sia un errore se prendiamo i migranti direttamente da Grecia o Turchia è un invito alle danze. Si getta benzina sul fuoco. Poi ne verranno anche di più».

Tuttavia Christiane Wirtz, portavoce di Angela Merkel, ha fatto sapere che l'idea che il vertice dichiarerà chiusa la rotta dei rifugiati attraverso i Balcani è solo una "ipotesi", con i negoziati in corso: «Ho preso nota delle notizie sull'ipotesi di una chiusura della rotta dei Balcani, ma voglio dire che questa, al momento, è solo una speculazione; negoziati e colloqui sono in corso e dobbiamo aspettare».

Salvataggio di Schengen

Al centro del summit strardinario Ue-Turchia c’è la creazione di una strategia europea efficace per la gestione dell'emergenza migranti e il salvataggio di Schengen, oltre ovviamente al ruolo della Turchia. L'Ue si aspetta in particolare un rinnovato impegno di Ankara per contenere se non bloccare i flussi di profughi che, attraverso il suo territorio, stanno raggiungendo la Grecia e lungo la rotta balcanica i Paesi del Nord Europa.
L'impegno della Turchia nell'accelerazione della procedure per il respingimento dei migranti economici che arrivano dalla Grecia è infatti uno dei punti più importanti nella bozza delle conclusioni finali del Consiglio. L’obiettivo della Merkel è di convincere il governo di Ankara a riprendersi il maggior numero di migranti possibile, in particolare quelli provenienti da Marocco, Afghanistan, Pakistan e quelli siriani salvati in mare nei prossimi mesi.

Il leader greco Alexis Tsipras, al suo arrivo al vertice, ha sottolineato come «tutti debbano attuare le decisioni comuni perché uno dei principi fondatori dell'Europa è condividere responsabilità, oneri e solidarietà, e io auspico che questi principi e regole valgano per tutti». «Negli ultimi due vertici –ha proseguito Tsipras- c'erano accordi che non sono stati attuati da tutti e se gli accordi non si attuano allora non c'è accordo del tutto». Tsipras ha concluso auspicando «risultati sostanziali dal vertice per attuare il Piano d'azione con la Turchia, far diminuire in modo stanziale i flussi e distruggere la rete dei trafficanti». «E’ necessario accelerare il processo dei ricollocamenti in modo sostanziale e far sì che sia credibile, perché si tratta di un problema comune, non di un solo Paese, per cui dobbiamo trovare una soluzione europea collettiva».

«Dobbiamo fare uno sforzo per porre fine con questa strana, per non qualificarla altrimenti, situazione che si è prodotta in Europa, con l'Austria che ha chiuso le sue frontiere, e poi anche Macedonia e Croazia, e sta creando una situazione gravissime in Grecia, creando problemi umanitari, con conseguenze molto difficili da prevedere», questo invece il commento del premier spagnolo Mariano Rajoy arrivando al summit.

[foto: tgcom24.mediaset.it]

Antonella Sica