Estero
Migranti, Ue: sanzioni per Ungheria, Polonia e Repubblica Ceca
BRUXELLES, 13 GIUGNO - La Commissione europea ha deciso di avviare le procedure di sanzione per Polonia, Ungheria e Repubblica Ceca rei del mancato ricollocamento dei profughi da Italia e Grecia.[MORE]
"E' assolutamente fattibile dimostrare flessibilità", ha affermato Dimitris Avramopoulos, Commissario europeo per le migrazioni, gli affari interni e la cittadinanza nella Commissione Juncker dal mese di novembre del 2014, rendendo noto la volontà di porre in essere i provvedimenti da parte della Commissione. Secondo il report stilato dall’organo comunitario, nel 2017 il numero dei ricollocamenti dei migranti è aumentato, rispetto ai dati dell’anno scorso. Tra il primo gennaio ed il 9 giugno, le persone trasferite dalle zone di sbarco ad altri Paesi dell'Ue sono state 20.869, di cui 13.973 dalla Grecia e 6.896 dall'Italia. Nel documento si legge che potrebbero essere ricollocati altri 13mila migranti nel mese di settembre, di cui undicimila sono attualmente in Grecia e duemila in Italia.
Analizzando tale situazione è emerso che Repubblica Ceca, Ungheria e Polonia versano in una condizione “In violazione degli obblighi legali che derivano dalle decisioni del Consiglio e dai loro impegni verso la Grecia, l'Italia e gli altri Stati membri. Non hanno intrapreso le azioni necessarie”. Sempre secondo quanto riportato nel documento, la Repubblica Ceca in realtà ha accolto dodici profughi dalla Grecia ma nessuno dall'Italia; una situazione simile per la Slovacchia, paese in cui sono giunti 16 migranti dal territorio greco, ma, nonostante ciò, non sembra soggetta a sanzioni. Intanto, in Parlamento, il ministro degli Esteri ungherese, Peter Szijjarto, ha definito la decisione della Commissione un "puro ricatto ed un atto antieuropeo". Decisamente più mite il presidente polacco, Andrzej Duda, che ha affermato di non condividere la decisione Europea ma di rispettarla.
Avramopoulos ha poi ribadito con fermezza che “L'Ue è basata sulla solidarietà e sulla condivisione delle responsabilità. Questi valori si applicano senza eccezioni. Non possiamo e non vogliamo lasciare soli gli Stati membri che rappresentano la porta di ingresso nell'Europa. E per quanto riguarda i ricollocamenti bisogna essere chiari: l'attuazione delle decisioni del Consiglio è un obbligo giuridico per tutti, non una scelta”
Immagine da: greece.greekreporter.com
Caterina Apicella