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LA VALLETTA, 4 FEBBRAIO - Il vertice europeo informale a Malta ha portato una ventata di speranza sull’operatività dei Paesi dell’Unione in tema di immigrazione. [MORE]
L'accordo con la Libia "è l'apertura di una finestra di opportunità sulla quale l'Italia lavorerà e investirà, ma è molto importante che lavori e investa anche l'Ue e lo farà anche con risorse aggiuntive di cui hanno parlato esplicitamente Juncker e Mogherini". Queste sono state le prime dichiarazioni del Presidente del Consiglio italiano, Paolo Gentiloni, in conferenza stampa.
"Ho ripetuto ai colleghi che dobbiamo essere tutti consapevoli che si tratta di un primo passo. Il governo libico riconosciuto a livello internazionale non ha lo stesso controllo di Erdogan, per fare un paragone. Non si può aspettarsi che all'improvviso la situazione cambi", ha poi proseGuito cauto Gentiloni. L'Ue è determinata ad agire in materia di immigrazione "nel pieno rispetto dei diritti umani, delle leggi internazioni e dei valori europei", come ha sempre condotto le sue operazioni fino a questo punto. I capi di Stato europei hanno intenzione di rafforzare "le capacità della Ue per i rimpatri, nel rispetto della legge internazionale".
"Senza dubbio continuiamo a pretendere che le decisioni prese sul fronte della relocation, cioè la ricollocazione dei migranti sull’intero territorio dell’Unione, vengano attuate e a lamentare che lo siano in modo molto relativo e che non siano oggetto di alcuna sanzione formale", ha affermato il premier Paolo Gentiloni a Malta. Egli è consapevole che in materia di immigrazione ogni Paese dovrebbe contribuire di più, ma "il poco o il tanto che si è fatto è stato fatto su iniziativa italiana, di cui dobbiamo essere consapevoli e un pizzico orgogliosi".
Il piano approvato dai leader nel vertice della Valletta per frenare il flusso dalla Libia si compone di dieci passi prioritari, di cui contrasto all’immigrazione illegale, lotta al traffico di esseri umani e rafforzamento della sicurezza delle frontiere sono i temi principali.
Il testo è stato pubblicato sul sito della Presidenza del Consiglio e parte dalla consapevolezza della "sensibilità dell'attuale fase di transizione in Libia e della necessità di continuare a sostenere gli sforzi miranti alla riconciliazione nazionale", del "forte legame di amicizia fra i due popoli" come "base per affrontare i problemi derivanti dai continui elevati flussi di migranti clandestini", nel quadro del Trattato di Amicizia, Partenariato e Cooperazione italo-libico firmato, ai tempi di Muammar Gheddafi, nel 2008. L'Italia fornisce "sostegno e finanziamento a programmi di crescita nelle regioni colpite in vari settori economici e infrastrutturali e supporto tecnico e tecnologico agli organismi libici incaricati della lotta all'immigrazione clandestina e che sono rappresentati dalla guardia di frontiera e dalla guardia costiera" libici. Nell'articolo 2 l'impegno delle parti prevede il "completamento del sistema di controllo dei confini terrestri del sud della Libia, secondo quanto previsto dall'art. 19 del Trattato" del 2008. Nel testo si fa riferimento anche all’ "adeguamento e finanziamento dei centri di accoglienza già attivi, usufruendo di finanziamenti disponibili da parte italiana e dell'Unione Europea".
"L'Unione europea accoglie con favore ed è pronta a sostenere lo sviluppo dell'accordo firmato tra Italia e Libia il 2 Febbraio" dalle autorità italiane e il premier libico Fayez al Serraj. Lo si legge nella dichiarazione congiunta sull'immigrazione stilata dai leader europei al termine della prima sessione dei lavori del summit, dedicata appunto all'immigrazione. "L'accordo con la Libia apre un capitolo nuovo, l’Italia ha fatto la sua parte, ora ci aspettiamo risorse e impegno da parte dell'Unione europea", aveva dichiarato il premier Paolo Gentiloni al suo arrivo nella capitale La Valletta per il vertice informale europeo sull'immigrazione.
Gentiloni e il premier libico Fayez al Serraj hanno ricevuto le congratulazioni da parte di Juncker, Tusk e Tajani.
Fonte immagine ilfattoquotidiano
Claudia Cavaliere