Chiesa e Società

Migranti, Papa: "Nazionalità alla nascita"

ROMA, 21 AGOSTO – "Nel rispetto del diritto umano universale a una nazionalità, questa va riconosciuta e opportunamente certificata a tutti i bambini al momento della nascita". I bambini figli di migranti nati in Italia, dovrebbero avere diritto al riconoscimento della nazionalità in virtù del diritto internazionale. Lo afferma Papa Francesco nel suo messaggio per la Giornata del migrante, precisando che "l'apolidia in cui talvolta vengono a trovarsi migranti e rifugiati può essere facilmente evitata attraverso una legislazione sulla cittadinanza conforme ai principi fondamentali del diritto internazionale".[MORE]


Più corridoi umanitari.
Nel messaggio per la Giornata Mondiale del Migrante e del Rifugiato che si celebrerà il 14 gennaio 2018, il Pontefice ha lanciato un appello: "Occorre rispondere alle numerose sfide poste dalle migrazioni contemporanee con generosità, alacrità, saggezza e lungimiranza, ciascuno secondo le proprie possibilità". Accogliere i migranti significa offrire loro "più ampie vie di ingresso sicuro e legale nei paesi di destinazione", per esempio attraverso "corridoi umanitari", e "una prima sistemazione adeguata e decorosa". Per il Papa occorre inoltre "un impegno concreto affinché sia incrementata e semplificata la concessione di visti umanitari e per il ricongiungimento familiare".


No alle espulsioni collettive. "Sarebbe opportuno, inoltre, prevedere visti temporanei speciali per le persone che scappano dai conflitti nei Paesi confinanti - ha proseguito il Papa -. Non sono una idonea soluzione le espulsioni collettive e arbitrarie di migranti e rifugiati, soprattutto quando esse vengono eseguite verso paesi che non possono garantire il rispetto della dignità e dei diritti fondamentali". Il Papa ha inoltre sottolineato che "le competenze dei migranti, richiedenti asilo e rifugiati, se opportunamente riconosciute e valorizzate, rappresentano una vera risorsa per le comunità che li accolgono. Per questo auspico che, nel rispetto della loro dignità, vengano loro concessi la libertà di movimento nel paese d'accoglienza, la possibilità di lavorare e l'accesso ai mezzi di telecomunicazione".


No ai centri di detenzione. "Il principio della centralità della persona umana, fermamente affermato dal mio amato predecessore Benedetto XVI, ci obbliga ad anteporre sempre la sicurezza personale a quella nazionale" e inoltre "in nome della dignità fondamentale di ogni persona, occorre sforzarsi di preferire soluzioni alternative alla detenzione per coloro che entrano nel territorio nazionale senza essere autorizzati", ha concluso il Pontefice.

Maria Azzarello