Migranti, l'Austria si accoda al gruppo di Visegrad sui ricollocamenti
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VIENNA, 15 DICEMBRE - Il leader del partito popolare e ministro degli esteri austriaco, Sebastian Kurz, ha oggi annunciato la propria opinione sul sistema di ricollocamento dei migranti nell'Unione Europea, di fatto accodandosi alle posizioni estremiste dei Paesi membri del cosiddetto "gruppo di Visegrad", in particolare Polonia ed Ungheria.
Kurz ha sottolineato come il sistema che prevede quote obbligatorie vada modificato. Le sue parole hanno seguito quelle del presidente del Consiglio Europeo, Donald Tusk, il quale già martedì scorso aveva messo in dubbio l'attuale meccanismo.[MORE]
Le dichiarazioni del presidente della massima istituzione intergovernativa europea, che di fatto hanno avallato le posizioni della "fronda" del gruppo di Visegrad, non sono tuttavia state condivise dai principali leader dei Paesi dell'Unione. A dichiararlo è stato proprio il presidente del Consiglio italiano, Paolo Gentiloni.
Kurz ha inoltre indicato quale, a suo dire, sarebbe la strada da percorrere in materia di politica migratoria: protezione delle frontiere esterne dell'Unione per controllare il "problema dell'immigrazione illegale".
La decisione dell'attuale ministro degli esteri di Vienna di seguire le posizioni di Polonia ed Ungheria è presumibilmente figlia della corrente situazione politica in Austria. All'esito dell'ultima tornata elettorale, tenutasi anticipatamente proprio perchè da nuovo leader del partito conservatore aveva interrotto l'alleanza con i Socialdemocratici, Kurz è stato infatti incaricato dal presidente della Repubblica Alexander Van der Bellen di avviare le negoziazioni per la formazione di un nuovo governo.
Le attenzioni del giovane rampollo del partito popolare si sono dunque rivolte agli ultranazionalisti del FPO, oltranzisti, tra le altre cose, in materia di immigrazione. Il recente successo delle trattative con il loro leader, Heinz-Christian Strache ha quindi probabilmente contribuito ad indurire la linea di Vienna sul ricollocamento dei migranti.
E intanto il premier Gentiloni ha proprio oggi ribadito che l'obiettivo di Italia e Germania è di arrivare all riforma del regolamento di Dublino (che disciplina la materia) entro la fine del prossimo anno, senza escludere il possibile ricorso ad una votazione a maggioranza qualificata e non all'unanimità come "arma estrema".
Paolo Fernandes
Foto: thiin.vn