Cronaca
Migranti, cambio rotta per la nave Alan Kurdi: ora si dirige verso Malta
LAMPEDUSA, 7 LUGLIO - Nella tarda serata di ieri la Alan Kurdi, imbarcazione della Ong tedesca Sea Eye, ha cambiato rotta dirigendosi verso Malta e lasciando le acque al largo di Lampedusa. “Non possiamo aspettare finché lo stato di emergenza non prevale. Ora si deve dimostrare se gli altri governi europei appoggiano l’atteggiamento dell’Italia”, ha fatto sapere la Ong in un tweet.
L’imbarcazione, che prende il nome dal bambino siriano ritrovato morto riverso su una spiaggia turca nel 2015, ha salvato 65 migranti a 30 miglia dalle coste libiche nella notte tra venerdì 5 e sabato 6 luglio. Intanto, la Germania si è detta pronta ad accogliere alcuni dei migranti che si trovano a bordo delle due navi delle Ong al largo dell'isola siciliana. “Sia nel caso della Alan Kurdi che nel caso di Alex – ha detto il ministro dell'Interno tedesco Horst Seehofer – siamo pronti, nell'ambito di una soluzione solidale europea, ad accogliere alcune delle persone salvate”.
Per quanto riguarda la nave Alex, approdata nel pomeriggio di sabato a Lampedusa, il Viminale ha invece fatto sapere che “la barca della Ong italiana si è sempre rifiutata di entrare in acque maltesi, pretendendo di essere accompagnata dalle autorità italiane fino a 15 miglia nautiche da La Valletta, per poi allontanarsi immediatamente ed evitare i controlli e la legge di un Paese membro dell’Unione europea”. Per questa ragione le operazioni si erano bloccate, costringendo gli immigrati a “inutili ore di attesa in mezzo al Mediterraneo”.
Ancora il Viminale ha ribadito come “Finanza e Marina Militare avrebbero potuto intervenire su Alex, sgravandola dagli immigrati a bordo, a patto che la Ong arrivasse in porto a Malta. Invece la nave ha preferito perdere ore di tempo in mezzo al Mediterraneo per pretendere nessuna attività coercitiva”.
Dal punto di vista del Viminale, era irrinunciabile l’arrivo di Alex sull’isola. Diversamente, le nostre Forze Armate “si sarebbero trasformate in tassisti del mare a servizio della Ong, un film già visto prima del 2017 e che aveva consentito il moltiplicarsi degli sbarchi in Italia”, si legge in una nota del ministero degli Interni.
Claudio Canzone
Fonte foto: corriere.it