Cronaca

Migranti, ancora morti: 25 cadaveri in un gommone al largo della Libia. Unhcr: record morti nel 2016

REGGIO CALABRIA, 26 OTTOBRE – Ancora una tragedia a largo della Libia. Venticinque cadaveri, immersi in un mix di acqua e carburante, sono stati recuperati a bordo di un gommone a 26 miglia dalle coste libiche. Le salme, trasportate dalla nave Bourbon Argos di Medici senza Frontiere, arriveranno domani intorno alle 11 a Reggio Calabria. Lo rende noto la stessa organizzazione. Sullo stesso barcone erano presenti altre 107 persone soccorse sempre da Medici Senza Frontiere che ha tratto in salvo anche 139 migranti a bordo di un’altra imbarcazione vicina. [MORE]

Michele Telaro, capo progetto di Msf a bordo della Bourbon Argos, ha spiegato: «Arrivati al primo gommone abbiamo preso a bordo i 107 sopravvissuti, ma non abbiamo potuto recuperare quelli che pensavamo essere 11 cadaveri perché nel frattempo siamo stati chiamati per un altro soccorso urgente nelle vicinanze». «Dopo aver soccorso le 139 persone del secondo gommone – ha proseguito - siamo tornati al primo e abbiamo scoperto che i corpi sul fondo erano 25, probabilmente vittime di asfissia, sommersi da uno strato di benzina e acqua di mare. Ci sono volute tre ore per recuperare 11 cadaveri, perché il mix acqua e carburante è talmente forte che non potevamo restare sul gommone troppo a lungo. E' stato orribile».

Stefano Argenziano, responsabile per le operazioni sulla migrazione di Msf, ha dichiarato che «il 2016 sarà probabilmente dichiarato l'anno più nefasto per le morti nel Mediterraneo Centrale». «Quante tragedie come questa serviranno prima che i leader dell'Ue cambino le loro priorità malriposte sulla deterrenza e forniscano alternative sicure alla traversata in mare?», ha concluso.
Secondo un rapporto di Unhcr, nel 2016, sono arrivate in Europa via mare 327.800 persone e 3.740 hanno perso la vita durante la traversata.

William Spindler, portavoce dell'agenzia Onu per i rifugiati, ha confermato che «nel 2016 è stata già superata la soglia record di 3800 morti e dispersi nel Mediterraneo», nonostante una significativa diminuzione dei tentativi di attraversare il Mediterraneo. Lo scorso anno i morti furono 3.771.

La tratta più pericolosa resta quella tra Libia e Italia: un morto ogni 47 arrivi. Stando a quanto riferisce l'Unhcr, tra Turchia e Grecia c'e' stato un morto ogni 88 arrivi. L’aumento della mortalità, nonostante la diminuzione dei tentativi di attraversamento del mar Mediterraneo, sta «nella pessima qualità dei barconi usati dai trafficanti di uomini e dall'aumentato numero di migranti stivati in ogni barcone per aumentare i profitti».

[foto: rainews.it]

Antonella Sica