Estero
Migranti, ancora caos a Budapest; acceso dibattito a Bruxelles tra i leader europei
BUDAPEST, 4 SETTEMBRE 2015 – Anche oggi Budapest è sotto i riflettori per la crisi migratoria che sta interessando su più fronti l'Europa, una situazione che vede opporsi la disperazione dei profughi e il tentativo di gestire l'emergenza da parte delle autorità ungheresi. Lo scalo ferroviario della capitale era stato blindato per due giorni, per essere poi improvvisamente riaperto, dando accesso a migliaia di persone decise a voler raggiungere la Germania. In massa hanno stipato le carrozze, che in realtà non li hanno portato fuori dall'Ungheria, bensì nei campi di accoglienza profughi che in tanti rifiutano. I convogli messi a disposizione dalle autorità ungheresi erano insomma una sorta di trappola, anche se dagli altoparlanti è stato spiegato in più lingue che non sarebbero state coperte tratte internazionali dai treni in partenza da quella stazione. Ma in tanti in fuga volevano ugualmente avvicinarsi ai confini.
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La faccenda si infiamma anche a Bruxelles, con un durissimo intervento di Viktor Orban nel quale ha minacciato di erigere un secondo muro ai confini con la Croazia se un flusso eccessivo di arrivi lo rendesse necessario. Il leader ungherese ha inoltre parlato della “minaccia dell'invasione musulmana in Europa”, che “metterebbe a rischio le radici cristiane del continente”. Sul tavolo delle discussioni anche la necessità di comprendere “se l'Europa sia ancora nella situazione di mantenere il proprio ordine di valori cristiano”; così si è espresso il premier di Fidesz, sottolineando inoltre che “se si perde di vista questo, il pensiero europeo finirà col diventare una minoranza nel suo stesso continente”. La risposta è giunta ferma da Donald Tusk: “Io sono profondamente cristiano. Per me la cristianità sta nel principio fondamentale di 'amare il prossimo tuo come te stesso', cioè di aiutare chi è in difficoltà senza distinzione di razza o di religione”.
I politici ungheresi hanno poi puntato il dito contro la Germania: “Il problema è tedesco”, ha sentenziato Orban, sottolineando che i profughi vogliono raggiungere la Germania. Persino i tafferugli alla stazione Keleti sono stati attribuiti alla “posizione insicura della Germania”, che avrebbe illuso i profughi: “La Germania fa soltanto ciò che è moralmente e giuridicamente dovuto”, ha replicato la Merkel, ribadendo che l'emergenza attuale “riguarda tutta l'Europa”.
Aggiornamento ore 16:00 - In seguito all'effimera riapertura della stazione, centinaia di migranti hanno iniziato una marcia verso ovest che dovrebbe condurli, a piedi, fino a Vienna. Si tratta di una distanza enrome, che ammonta a circa 240 km. Le immagini riportate dal Dailynews Hungary mostrano padri che portano i bambini sulle spalle: alcuni dei più piccoli tengono tra le mani la fotografia di Angela Merkel. La polizia sta scortando i migranti che, da qualche ora, hanno passato Erzsébet híd, il "ponte di Elisabetta", che collega Buda e Pest attraverso il Danubio.
Foto: lastampa.it
Dino Buonaiuto